Ultimamente mi ritrovo a fare una sorta di stage in una ditta di sistemi informativi della zona. L’azienda si occupa di database, e per lavorare mi hanno meso su un server dove ho potuto scegliere di mettere ciò che mi pareva.
Inutile dire che ho installato Ubuntu con una configurazione LAMP, più SSH e le solite cose sul client. Perché Ubuntu? Perché mi ci trovo bene, è la distro che conosco meglio e quindi è più facile per me lavorarci.
A questo punto, dato che si operava in MySQL, abbiamo deciso di verificare la presenza di software adatto allo scopo, ovvero che semplificasse almeno la parte di amministrazione e verifica delle query. Certo, esiste l’ottimo PhpMyAdmin, ma volevamo provare anche il resto.
Essendo venuti a conoscenza dei MySQL GUI Tools (in origine eravamo più interessati a MySQL Workbench, anche se poi l’abbiamo usato pochissimo) abbiamo deciso di installarli per provare.
Dato che in ditta sarei io “l’esperto” di Linux (in realtà ce n’è anche un altro ma viene raramente in sede) è ovviamente toccato a me. Vi posso dire solo una cosa: che agonia! :\
Ho impiegato tre ore abbondanti, e non tanto per i tempi di compilazione, quanto per realizzare come risolvere gli errori. Poi qualcuno mi dovrà spiegare perché nelle varie cartelle dei sorgenti ho dovuto dare il comando make all
… Cos’è, make
non gli andava bene?
D’accordo, piccoli sfoghi a parte, alla fine ho passato qualche ora a creare un buono script che automatizza tutto. Tale script scarica ed installa automaticamente la versione 5.0r5 di MySQL GUI Tools. È testato per funzionare su una Ubuntu 8.04 nuova di zecca. Naturalmente perché poi si possa usare è ovvio che da qualche parte deve essere installato un server MySQL opportunamente configurato.
Immagino che per farlo funzionare su altre distribuzioni bastino poche modifiche ai comandi, ma non saprei dirvi, sinceramente.
Veniamo al dunque, scaricate lo script da qui e ponetelo sulla Scrivania. ora basta dargli i permessi di esecuzione e farlo partire:

Ora non resta che aspettare. Può succedere, specie nella parte iniziale, che lo script sembri inchiodato. In realtà non è così, funziona bene. C’è solo da aspettare qualche minuto. L’unica cosa che vi raccomando è di controllare che il download del file dei sorgenti vada a buon fine (che non ci siano interruzioni insomma) perché altrimenti lo script prosegue e fa pasticci (non danneggia nulla, ma può succedere che crei qualche file inutile) e non conclude nulla. 😛
Ricordate inoltre che lo script vi chiederà più di una volta la password del vostro utente, quindi o lo fate partire subito anteponendoci sudo
oppure ogni tanto dovete inserirla. Detto ciò, allacciate le cinture di sicurezza e partite.

Se tutto sarà andato a buon fine (ma anche no, in effetti…) il messaggio conclusivo sarà così:

Un indice di corretta esecuzione dello script è la presenza dei quattro pacchetti nella vostra home directory.
A questo punto, in maniera pressoché automatica avete tutto pronto. Non vi resta che appurare la popolazione del menù di Gnome:

Infine si deve fare un fix a mano. Digitate il seguente comando da terminale:
sudo gedit /usr/local/bin/mysql-workbench
E subito dopo la prima riga inserite quest’altra riga:
export LANG=en_US
Sembra assurdo, ma se non si esporta questa variabile, il tutto non parte su sistemi che non siano in lingua Inglese Americano.
Ora potete cominciare a provare i programmi, sperando che vi siano utili.

Credo di non avere altro da aggiungere. Spero solo di aver reso la vita più semplice agli altri che si devono scontrare con questi strumenti, la cui compilazione sembra essere stata resa astrusa di proposito. 😉
Riferimenti: