Ecco a voi LzWebmailWrapper, per usare una webmail come client di posta di default in Linux

English version here.

Siete tra quelli che hanno sempre pensato che una webmail sia una cosa molto comoda? Anche io! 😀 È per questo che mi piace Gmail. E mi piace anche Linux.

Ho utilizzato per un poco uno script per aprire Gmail in Firefox ogni volta che incontravo un indirizzo email. Tuttavia sorgevano dei problemi nel momento in cui si trattava di url con parametri integrati, come ad esempio il soggetto. È vero, la maggior parte dei link non contiene parametri, però quando capitano è un problema.

Un altro difetto di quello script è che apre una finestra di composizione di Gmail che potremo definire “a schermo intero” in quanto non contempla le barre laterali ed il resto dell’interfaccia. Un po’ bruttino. 😛

Poi mi sono ricordato di WebmailCompose, un’estensione per Firefox che operava meglio, ma solo per Firefox appunto. Inoltre l’estensione supportava anche altri servizi di Webmail. A quel punto ho deciso di combinare le due cose, e mi sono proposto di creare uno script indipendente dall’ambiente desktop (Gnome, Kde, eccetera…), dal browser e dal servizio webmail usato.

Qualcosa del genere…

Ho cominciato a modificare lo script, ed alla fine sono riuscito ad ottenere ciò che volevo. Ora lo script è terminato e funzionante, c’è solo un problema con il sito di Windows Live Mail (non così strano, dopotutto 😛 ) e cioè che non funziona un eventuale parametro Ccn. Non ho idea del motivo, deve essere un bug del loro sito web.

Lo script è licenziato sotto la Gpl versione 3 e potete scaricare l’ultima versione da qui (vedete tutte le versioni qui).

Estraete i files nella vostra home directory, dopodiché usate il terminale per spostare lo script tra gli eseguibili e assegnargli i permessi adeguati:

cd
sudo mv lzwebmailwrapper.sh /usr/bin/
sudo chmod a+x /usr/bin/lzwebmailwrapper.sh

A questo punto dovete semplicemente configurare il vostro ambiente desktop.

Configurazione Gnome

Andate su Sistema > Preferenze > Applicazioni preferite ed alla voce Client di Posta scegliete Personalizzato. Nel campo sottostante inserite:

lzwebmailwrapper.sh %s SERVIZIO

Al posto di SERVIZIO inserite gmail, yahoo, opera, hotmail o mail-com*. Fate attenzione a inserire i nomi corretti e in minuscolo.

Chiudete la finestra e provate qualche link di email, eccone uno di esempio.

Configurazione Kde

Per configurare in Kde, aprite il centro di controllo. Recatevi in Componenti KDE > Scelta componenti > Programma di posta elettronica e spuntate la casella Utilizza un programma di posta differente. Inserite come comando:

lzwebmailwrapper.sh %t"?cc="%c"&bcc="%b"&subject="%s"&body="%B SERVIZIO

E fate riferimento alle istruzioni per Gnome per quanto riguarda il servizio. Ricordate che Konqueror e Gmail non vanno molto d’accordo, infatti mi hanno riportato che lo script in questo caso non funziona.

Per questa parte devo ringraziare RikyM, che mi ha fatto da cav… ehm da tester. 😀

Aggiornamento: mi sono stati riportati alcuni problemi con l’utilizzo in Kde (se si avvia lo script da console), da attribuirsi a kfmclient. Pertanto se li riscontrate, sappiate che non è colpa mia.

Ringraziamenti

Riporto qui i ringraziamenti che ho inserito anche nello script, li lascio in inglese così ripassate anche un poco. 😛

Many thanks to:

Sì… lo so, il mio inglese non è perfetto. 😀

Se avete suggerimenti lasciate un commento.


  • Piccola nota: se non siete loggati e usate Opera Mail oppure Mail.com, alla prima apertura vi verrà chiesto di fare il login, e dovrete aprire il link una seconda volta.

Installare i MySQL GUI tools (specialmente MySQL Workbench) in Ubuntu

Ultimamente mi ritrovo a fare una sorta di stage in una ditta di sistemi informativi della zona. L’azienda si occupa di database, e per lavorare mi hanno meso su un server dove ho potuto scegliere di mettere ciò che mi pareva.

Inutile dire che ho installato Ubuntu con una configurazione LAMP, più SSH e le solite cose sul client. Perché Ubuntu? Perché mi ci trovo bene, è la distro che conosco meglio e quindi è più facile per me lavorarci.

A questo punto, dato che si operava in MySQL, abbiamo deciso di verificare la presenza di software adatto allo scopo, ovvero che semplificasse almeno la parte di amministrazione e verifica delle query. Certo, esiste l’ottimo PhpMyAdmin, ma volevamo provare anche il resto.

Essendo venuti a conoscenza dei MySQL GUI Tools (in origine eravamo più interessati a MySQL Workbench, anche se poi l’abbiamo usato pochissimo) abbiamo deciso di installarli per provare.

Dato che in ditta sarei io “l’esperto” di Linux (in realtà ce n’è anche un altro ma viene raramente in sede) è ovviamente toccato a me. Vi posso dire solo una cosa: che agonia! :\

Ho impiegato tre ore abbondanti, e non tanto per i tempi di compilazione, quanto per realizzare come risolvere gli errori. Poi qualcuno mi dovrà spiegare perché nelle varie cartelle dei sorgenti ho dovuto dare il comando make all… Cos’è, make non gli andava bene?

D’accordo, piccoli sfoghi a parte, alla fine ho passato qualche ora a creare un buono script che automatizza tutto. Tale script scarica ed installa automaticamente la versione 5.0r5 di MySQL GUI Tools. È testato per funzionare su una Ubuntu 8.04 nuova di zecca. Naturalmente perché poi si possa usare è ovvio che da qualche parte deve essere installato un server MySQL opportunamente configurato.

Immagino che per farlo funzionare su altre distribuzioni bastino poche modifiche ai comandi, ma non saprei dirvi, sinceramente.

Veniamo al dunque, scaricate lo script da qui e ponetelo sulla Scrivania. ora basta dargli i permessi di esecuzione e farlo partire:

Avvio dello script
Avvio dello script

Ora non resta che aspettare. Può succedere, specie nella parte iniziale, che lo script sembri inchiodato. In realtà non è così, funziona bene. C’è solo da aspettare qualche minuto. L’unica cosa che vi raccomando è di controllare che il download del file dei sorgenti vada a buon fine (che non ci siano interruzioni insomma) perché altrimenti lo script prosegue e fa pasticci (non danneggia nulla, ma può succedere che crei qualche file inutile) e non conclude nulla. 😛

Ricordate inoltre che lo script vi chiederà più di una volta la password del vostro utente, quindi o lo fate partire subito anteponendoci sudo oppure ogni tanto dovete inserirla. Detto ciò, allacciate le cinture di sicurezza e partite.

La fase iniziale, dove viene scaricato l'archivio dei sorgenti
La fase iniziale, dove viene scaricato l’archivio dei sorgenti

Se tutto sarà andato a buon fine (ma anche no, in effetti…) il messaggio conclusivo sarà così:

In pieno stile MySQL, un educato saluto!
In pieno stile MySQL, un educato saluto!

Un indice di corretta esecuzione dello script è la presenza dei quattro pacchetti nella vostra home directory.

A questo punto, in maniera pressoché automatica avete tutto pronto. Non vi resta che appurare la popolazione del menù di Gnome:

Icone dei programmi installati
Icone dei programmi installati

Infine si deve fare un fix a mano. Digitate il seguente comando da terminale:

sudo gedit /usr/local/bin/mysql-workbench

E subito dopo la prima riga inserite quest’altra riga:

export LANG=en_US

Sembra assurdo, ma se non si esporta questa variabile, il tutto non parte su sistemi che non siano in lingua Inglese Americano.

Ora potete cominciare a provare i programmi, sperando che vi siano utili.

È software alpha, un po' limitato
È software alpha, un po’ limitato

Credo di non avere altro da aggiungere. Spero solo di aver reso la vita più semplice agli altri che si devono scontrare con questi strumenti, la cui compilazione sembra essere stata resa astrusa di proposito. 😉

Riferimenti:

Copertine cd con la Hp Photosmart C5280 All-in-one su Linux – Guida e template aggiornati, ora anche mini cd

Quando scrissi la prima guida, ero molto soddisfatto del risultato. Avevo creato un buon template e la stampa era centrata sul cd. Poi però mi era capitato anche di non riuscire più a stampare.

Ho pensato che fosse un problema di driver, oppure che sbagliavo le impostazioni. Strano però, non funzionava. Non ci ho badato più di tanto, considerando anche il fatto che era comunque una funzionalità che mi serviva poco. 😉

Poi però, un mio lettore, Gaetano, ha lasciato un commento in cui mi diceva che non gli funzionava il template. A lui sono sorti altri problemi (non centratura), io però per scrupolo ho riprovato il mio ed ho visto che addirittura non riuscivo a stamparlo. La stampante si rifiutava. Il suo invece, non fatto in Draw ma bensì in Writer si stampava bene, anche se a me veniva scentrato.

Questo mi ha incuriosito, ed ho ricreato il template in Writer, con un po’ di prove trovando i miei valori di centratura. Mi ha stupito il fatto che con Writer le cose sono molto più semplici, e addirittura basta impostare solo un parametro (al di là della qualità di stampa che è opzionale) perché vada tutto liscio. 😯

Già che c’ero, ho creato anche il template per i mini cd, quelli da 8 centimetri di diametro. È stato facile*, visto che hanno la stessa centratura dei dischi più grandi, nella Photosmart. Non ho provato questo secondo template, ma sono assai sicuro che funzioni bene.

Per prima cosa, scaricate i template da qui e metteteli nella cartella Modelli nella vostra home. Se volete il solito tocco di classe, cambiateci l’icona in modo simile a quanto consigliato nel vecchio post, ma non è fondamentale.

Adesso fate click destro sulla Scrivania, o dove volete e scegliete Crea Documento > Copertina Cd. Date il nome che volete al file e apritelo. Ora che siete in Openoffice Writer potete cancellare il riquadro azzurro esplicativo e inserire il contenuto che volete, assicurandovi che tutto ciò che inserite sia sotto l’immagine bianca, ovvero sul fondo.

È ancora presente il bordo nero, che ho lasciato per chi lo volesse, ma anche come semplice riferimento per la disposizione degli elementi. Io personalmente comunque vi consiglio di eliminarlo. State attenti a non eliminare l’immagine bianca però! 😉
Ora è giunto il momento decisivo, la stampa. Fate riferimento al mio precedente post, o in alternativa alla guida all’uso della stampante, per come inserire correttamente il cd stampabile sul vassoio apposito.

Iniziate il processo cliccando su File > Stampa… dopodiché scegliete la Photosmart come stampante e cliccate sul pulsante Proprietà. Ora dove c’è scritto Cassetto scegliete CD or DVD Tray. Lasciate pure come modello di carta A4, non fa differenza. Ora andate sulla tab Stampante e impostate la qualità di stampa a ottima, non è obbligatorio ma è molto meglio.

Chiudete il menù proprietà e avviate la stampa.

Tutto qui, sul serio. 😀


  • Be’ a dire il vero ho fatto delle vere e proprie operazioni chirurgiche, come scompattare il file di OpenOffice e modificare gli oggetti grafici a mano, ma sono dettagli. 🙂

Big Buck Bunny: il grande coniglio dal cuore d’oro

Tempo addietro fu Elephants Dream. Un cortometraggio dalla trama assai confusa ed intricata, quasi contorta se me lo si concede. Ma dalla grafica invidiabile. Una realizzazione tecnica di alto livello, ed ecco qui la chiave. Dimostrare cosa si può fare con il software libero.

Dall’idea nasce quindi il primo open movie, e non importa se non si riesce a capire a fondo, anzi forse il bello è che lascia quell’alone di mistero, che porta a cercare di entrare nei personaggi; e poco importa anche se una delle ultime parti dell’editing a detta stessa degli autori ha visto comparire un software chiuso. Una piccola delusione, quest’ultimo dettagliuccio, ma la scintilla è scattata.

Ora si replica. Sei mesi di magia, giorno più giorno meno, per dar vita ad un coniglio dall’espressione burbera ma dal grande cuore. Proporzionato alla mole, del resto.

Sorge quindi qui, con passi lunghi e grandi impronte sull’erba del bosco Big Buck Bunny, un coniglio gigante a cui toccherà insegnare un po’ d’educazione ad un trio di bestiole del sottobosco, i cattivi della situazione. E per questa star val bene glissare un pizzico sulla mia tradizione del non riportare fatti ampiamente trattati da altri illustri autori.

Sarò sincero, in un primo momento non ho badato al titolo e l'ho scambiato per un orso
Sarò sincero, in un primo momento non ho badato al titolo e l’ho scambiato per un orso

Ed oltre ad insegnare l’educazione agli animaletti, insegna indirettamente a noi, cosa sono stati in gradi realizzare i suoi autori. Personalità eccezionali senza dubbio, utilizzanti software altrettanto eccezionale. Software libero. Per citarne un paio, Blender e Gimp. Sembra quasi vogliano storcere il naso al fatto di dover pagare una licenza per registrare l’audio in Dolby Digital. 😀

Direi che è arrivato il momento di gustarlo questo piccolo capolavoro. Per gli impazienti, Vimeo è più che sufficiente:

Clicca qui per mostrare contenuto da Vimeo.
(leggi la privacy policy del servizio)

Mentre per tutti gli altri sono disponibili le versioni alle diverse risoluzioni, tutte abbastanza grandi per un’ottima esperienza. Forse 10 minuti possono sembrare brevi, ma in realtà la storia è ottima. 600 secondi che scorrono in un attimo pur rimanendo in mente per la meraviglia anche a distanza di qualche giorno.

Gestire completamente la Psp con Linux

Personalmente non amo in modo eccessivo le Playstation, preferisco le console Nintendo. Tuttavia, avendo saputo che mia cugina stava mettendo da parte degli spiccioli per comprarsi il PSP Media Manager (detto anche “buttare via 20 euro”) ho cercato immediatamente una soluzione per evitarle questo gesto incauto. 😀

psp-media-manager.png
Vade retro

Nel giro di qualche minuto ho trovato QPSPManager (che è pure multipiattaforma). Ho poi verificato anche che per gestire foto e musica non c’è bisogno di alcun programma.

Ma andiamo con ordine.

Installazione di QPSPManager

qpspmanager-screenshot.png
Screenshot del programma

Ho pensato di scrivere questa guida anche perché compilare questo programma può spiazzare un poco inizialmente, e le informazioni che si trovano in rete non sono molto aggiornate.

Per prima cosa preleviamo il pacchetto dei sorgenti dalla sezione download del sito. Dopodiché scompattiamoli sulla scrivania utilizzando semplicemente l’utilità grafica per gli archivi.

A questo punto apriamo il terminale e spostiamoci nella directory in questione:

cd ~/Scrivania/qpspmanager-2.0.2

Ora installiamo le librerie di sviluppo delle Qt4, necessarie alla compilazione:

sudo aptitude install libqt4-dev

A questo punto eseguiamo la compilazione vera e propria:

qmake-qt4
make

Inutile provare con make install, almeno al momento in cui scrivo, in quanto nel Makefile non è prevista nessuna azione per questa operazione. Il programma è quindi compilato e non ha bisogno di essere installato. Per usarlo basta aprire l’eseguibile che si trova nella cartella bin all’interno di quella dei sorgenti. 😉

Ora un piccolo consiglio da parte mia. Se, come è successo a me, non gradite molto l’aspetto grafico Plastique delle Qt4, allora installate i pacchetti qt4-qtconfig e kde4-style-qtcurve. A questo punto aprite le preferenze delle Qt4 dal menù Sistema > Preferenze e applicate lo stile Qtcurve.

L’integrazione magari non sarà perfetta, in compenso assume gli eventuali schemi di colore di Kde3 ed ha un aspetto molto gradevole.

qt4-qtcurve-ui.png
Un piccolo pezzetto dell’interfaccia: a me non dispiace

QPSPManager gestisce i salvataggi, le applicazioni, i video e le iso. Insomma praticamente tutto ciò che serve.

Gestione di foto e audio sulla Psp

Quila faccenda è molto semplice. Collegate la Psp al computer mediante usb e aspettate che compaia sula scrivania. Apritela (se non lo fa in automatico) e entrate nella cartella PSP. Mettete gli Mp3 dentro la cartella MUSIC e le immagini dentro la cartella PHOTO. Ricordate solo di non creare più di un livello di sottocartelle nella directory MUSIC, e presumo anche in quella PHOTO, altrimenti i file contenuti non saranno letti.

Ecco fatto. 🙂

Solo un’ultima cosa prima di chiudere, ricordatevi di fare sempre la rimozione sicura del dispositivo prima di staccare il cavo.

Riferimenti:

29/03 – Il giorno in cui esporrò Gimp alle masse

Che cosa c’è di meglio per festeggiare la prima parte della primavera, che non passare una piacevole giornata? In presenza di pingui compagnie, naturalmente, e con persone simpatiche e disponibili con un sacco di cose interessanti di cui parlare?

Probabilmente nulla. 😀 Per questo motivo spero di proporvi un’iniziativa interessante.

Cliccate sull'immagine per scaricare il volantino
Cliccate sull’immagine per scaricare il volantino

Il 29 marzo infatti, a Piazzola sul Brenta in provincia di Padova ci sarà una giornata denominata A tu per Tu(x) con Linux: il pomeriggio in cui ci saranno alcuni talk a riguardo del software libero e affini. Oltre a questo ci sarà la possibilità per chi viene di farsi installare una distro, e avere informazioni utili. L’evento è organizzato dal circolo culturale La Roggia.

Io sottoscritto terrò il talk su Gimp, il che è una responsabilità ma anche un grande piacere. 😀 Sarà il mio primo talk, in cui ci sarà una breve presentazione e poi un po’ di dimostrazione pratica. Insomma, spero di cavarmela bene.

Per questo motivo spero di vedere almeno qualche mio lettore (fate uno sforzo, dai!) e conoscerlo di persona. 😛 Vi aspetto numerosi!

E se non venite per me, almeno fatelo per Paolo Didonè, un big del software libero!

Resynthesizer: script per Gimp fenomenale

Prima di spiegarvi di che si tratta esattamente, facciamo un giochino:

Trovate le differenze
Trovate le differenze

Non c’è niente di eccezionale, direte. Ci vuol poco: pennello “clona” e olio di gomito. Certo, ma se vi dicessi che il lavoro l’ha fatto un software? Mi immagino la reazione, qualcosa come: cosa caspita??? Eh già, e non è tutto. Funziona anche su immagini abbastanza complicate.

Ma prima di meravigliarvi aspettate. Conoscete probabilmente il filtro per creare delle immagini affiancabili con Gimp. Tuttavia vengono fuori sempre delle immagini tagliate a rombo e non sempre sono un granché. Che ne dite, tra queste due qual’è quella più fantasiosa?

Non ho eseguito questo effetto manualmente
Non ho eseguito questo effetto manualmente

Stesso discorso di prima. Ok, non è un esempio così fantastico, però vi assicuro che si presta ad applicazioni molto interessanti. Diciamo ora che a me piacciono molto i colori del pinguino in oggetto. E li vorrei vedere sopra al caro Tux…

Che sia per caso un quadro di Picasso?
Che sia per caso un quadro di Picasso?

Dato che non è il caso di scomodare un grande artista, direi che forse anche qui c’entra il software di prima. 😀

E infatti… Quelli che vi ho fatto vedere sono solo alcuni semplicissimi esempi di quel che si può fare, ma in realtà con Gimp e Resynthesizer si possono ottenere risultati fenomenali! Con un po’ di pratica permette di risparmiare tempo in operazioni difficili. Perciò, vi consiglio di installarlo al volo e provarlo:

sudo aptitude install gimp-resynthesizer

Vi ricordo solamente che una parte degli strumenti è nel menù Script-fu e l’altra in Filtri > Mappa. Inoltre sul sito ci sono esempi migliori dei miei. Come ultima cosa, le dimensioni delle immagini che utilizzate devono essere coincidenti, quindi ridimensionate a piacere la base che usate come mappa dei colori, per farla corrispondere alle dimensioni della forma.

Provate e fatemi sapere. 😉

Crediti immagine

Come resettare la password di root di un computer attraverso Grub

Importante: prima di spiegarvi il procedimento, vi voglio precisare che non mi importa come andrete ad utilizzare queste informazioni. Se fate qualcosa di illegale non farò da complice. Non vengo certo a fare da baby-sitter a qualche aspirante lamer. Evitate perciò dei commenti tipo “cerco istruzioni per trovare password bla bla bla” perché finiranno diretti nello spam. Grazie.

In questa guida vi spiegherò come sfruttare una “vulnerabilità” di GRUB (o meglio, una impostazione insicura) per cambiare a vostro piacimento la password di root di un sistema Linux.

Nelle installazioni predefinite, solitamente le voci del GRUB non sono protette dalle modifiche, e quindi diventano delle porte spalancate agli attacchi. Se il GRUB su cui volete agire è protetto da password per le modifiche, be’ mi dispiace, il tutorial non è efficace.

Riavviate e paratevi di fronte al GRUB, in alcuni casi può essere necessario premere un determinato tasto per accedere al menù.

Menu di avvio di Grub

Spostatevi col cursore sulla voce di avvio normale (di solito la prima) e premete il tasto e. A questo punto troverete questa schermata:

Modifica della riga del kernel

Spostatevi sulla seconda riga e premete nuovamente e. Verso la fine della riga trovate il parametro ro e sostituitelo con rw. Ora mettetevi in fondo e aggiungere come parametro init=/bin/bash. State attenti perché la mappatura della tastiera viene interpretata come americana, e quindi i simboli non sono sui soliti tasti. Lascio a voi la ricerca di quelli corretti.:D

A questo punto, dopo aver aggiunto il parametro, premete Invio e quindi il tasto b. Il sistema si caricherà e vi troverete davanti… un terminale di amministratore!

Resta solo da dare, ovviamente, il comando fatidico:

Inserimento della nuova password

Ora rimontato il filesystem in sola lettura e riavviate:

mount -o remount,ro /
reboot

Spero di avervi spaventato abbastanza e avervi messo voglia di blindare il vostro GRUB! 😛

Convertire i font OpenType in font TrueType

Per lunedì dovevo fare una relazione sugli algoritmi di ordinamento e portarla a scuola. Pertanto ho voluto cercare qualche font di bell’aspetto. Ovviamente non ho esitato a consultare Dafont, il mio archivio preferito di font gratuiti e liberamente usabili. La mia scelta è ricaduta sul font Qlassik.

Entusiasta per la bellezza e l’eleganza del font, e ansioso di applicarlo ai titoli dei paragrafi, lo scarico, e mi accorgo subito che è composto di due file di tipo OpenType. Io da perfetto incompetente, non sapevo che fosse un formato registrato da Microsoft, anzi pensavo che quell’open significasse qualcos’altro. Dopo aver messo i font nella cartella /usr/share/fonts/truetype e aver visto che non funzionavano, ho deciso di trovare un modo di convertirli. Ebbene, ce l’ho! 🙂

Seguo la guida e installo Fontforge:

sudo aptitude install fontforge

A questo punto creo un file che dice a Fontforge cosa fare:

sudo gedit /usr/bin/script-otf2ttf.sh

E ci inserisco le istruzioni:

#!/usr/local/bin/fontforge
 # Quick and dirty hack: converts a font to truetype (.ttf)
 Print("Opening "+$1);
 Open($1);
 Print("Saving "+$1:r+".ttf");
 Generate($1:r+".ttf");
 Quit(0);

Salvo ed esco. Se copiate il contenuto del file state attenti alle virgolette!

Poi ho creato un nuovo eseguibile in questo modo:

sudo gedit /usr/bin/otf2ttf

E ci ho inserito:

#!/bin/bash
 for i in $@; do
 fontforge -script /usr/bin/script-otf2ttf.sh $i
 done

A questo punto ho salvato, poi gli ho dato i permessi di esecuzione:

sudo chmod a+x /usr/bin/otf2ttf

Fatto.

Mi sono trovato con un programmino che accetta in input i font di tipo .otf e li converte in .ttf, ovvero TrueType, perfettamente gestibili da tutti i programmi. Come fare per convertire tutti i file OpenType in una directory?

Semplice. Ci si sposta nella cartella in cui sono contenuti e si da il comando:

otf2ttf *.otf

In questo modo il programma esegue una istanza della conversione per ogni file che trova. A questo punto è possibile ad esempio spostarli tutti in una cartella:

mkdir ttf
mv *.ttf ttf/

E questo è quanto.:)

Per finire, vi linko la guida che mi ha portato sulla giusta strada. Ditemi che ne pensate! 😀

Aggiornamento 19/03/2009: ho aggiornato questo post con una modifica per rendere più semplice l’utilizzo dello script con un numero arbitrario di font.

Cambiare l’etichetta di una chiavetta usb, in modo chic

Qualche tempo fa, avendo necessità di nominare con il mio cognome la chiavetta usb da usare per i file del laboratorio a scuola, ho cercato un po’ su Google e mi sono imbattuto nel post di Aldolat.

Ho deciso quindi di fare in quel modo, e funziona perfettamente. Adesso, visto che volevo provare un po’ di Bash, ho fatto un piccolo script per rendere un po’ più automatica la cosa. Ecco come fare.

Salvate nella vostra home il file etichetta-usb.sh con il seguente contenuto:

#!/bin/sh
echo "   Questo script rinomina l'etichetta di una chiavetta usb   "
echo "   (è consigliabile inserirlo con l'iniziale maiuscola).   "
echo "   Assicurati di aver smontato la chiavetta usb.   "
echo "   Inserisci il nome dell'etichetta da dare alla penna usb:   "
echo "   "
read NOME
echo "   "
echo "   Inserisci il volume (per esempio /dev/sdb1):   "
echo "   "
read DEVICE
echo "   "
sudo mlabel -i $DEVICE ::$NOME
echo "   Finito. Estrai la penna usb e reinseriscila.   "

Dopodiché fate:

cd
chmod a+x etichetta-usb.sh
sudo mv etichetta-usb.sh /usr/bin
sudo aptitude install mtools

Ora, per usare lo script, modificate il menù, e in una sezione a scelta (tipo Strumenti di Sistema) inserite una nuova voce, il cui comando deve essere:

xterm -hold -e /usr/bin/etichetta-usb.sh

Ricordate prima di avviare lo script che dovete smontare la chiavetta se la sua icona compare sul desktop, e che dovete essere tra gli utenti che possono compiere operazioni di amministrazione. 🙂

Ecco, ditemi che ne pensate. 😀