Cambiare l’usplash e avere la TTY a risoluzione piena

Mi piace configurare ogni dettaglio della distribuzione. Ho cercato quindi dopo avere installato Ubuntu, come cambiare l’usplash (cioè il caricamento in fase di boot) e come impostare le TTY (cioè le console virtuali raggiungibili con i tasti Ctrl+Alt+F[1-6]) perché avessero la risoluzione del mio monitor (un amplissimo 1680×1050). Se volete sapere come fare, continuate a leggere.

Cambiare l’usplash e impostarne la risoluzione

Una cosa per volta. Usplash è ciò che rappresenta graficamente il boot in moltissime distribuzioni Linux (compresa Ubuntu). Non è la tecnologia migliore, infatti pare Ubuntu cambierà nella versione 9.10 (o 10.4) seguendo le orme di Fedora. In ogni caso per ora funziona ed è bella la possibilità di cambiarne l’aspetto. Oltre a ciò, si può anche impostarne la risoluzione (che quasi sempre non è corretta, viene tenuta a 1024×768 o 800×600 per questioni di compatibilità).

La prima cosa da fare è procurarsi un bel tema usplash. Su GNOME Look ce ne sono moltissimi (basta cercare il termine usplash), e bisogna assicurarsi che il tema supporti la risoluzione che vogliamo, in caso contrario dovremmo usarlo ad una risoluzione inferiore. Io ho scelto Hardy Colors usplash che fornisce temi in colorazioni differenti. In generale comunque un tema usplash viene distribuito come una libreria in formato .so. Per l’esempio, userò il tema human-ubuntu.so presente nell’archivio di cui sopra.

Da terminale, una volta entrati nella cartella che lo contiene, provvedete a copiarlo dove deve andare:

sudo cp human-ubuntu.so /usr/lib/usplash

Ora dovete creare il nuovo collegamento allo splash screen. Pertanto il comando da dare sarà:

sudo ln -sf /usr/lib/usplash/human-ubuntu.so /etc/alternatives/usplash-artwork.so

Prima di terminare, modificate il file responsabile della risoluzione del vostro usplash:

sudo nano /etc/usplash.conf

Inserite i valori appropriati (la vostra risoluzione, o quella supportata dal tema) e poi premete F2, Invio, F3. Non resta altro che aggiornare l’initramfs:

sudo update-initramfs -u

Impostare la risoluzione delle TTY

Per ricavare le informazioni utili che adopererete, dovrete installare il pacchetto hwinfo. Fatelo col gestore di pacchetti. Nel terminale date quindi il comando:

sudo hwinfo --framebuffer

Tra le ultime righe c’è quello che interessa, in particolare nel mio caso:

Mode 0x0368: 1680x1050 (+1680), 8 bits
Mode 0x0369: 1680x1050 (+6720), 24 bits

Ricordate che se il vostro è un monitor economico (molti di quelli nei portatili lo sono) allora non avrete la possibilità di impostare la piena risoluzione che usate. Potete sceglierne comunque una maggiore di quella che state usando in quel momento per le TTY. Io ho la possibilità di ottenere la risoluzione 1680×1050 a 24 bit usando la modalità 0x0369. Mi segno pertanto il numero, dimenticandomi dello zero dopo la x. Ciò che mi serve pertanto è 0x369. Voi segnate il vostro numero e poi modificate il file di avvio di GRUB:

sudo nano /boot/grub/menu.lst

Cercate la riga delle kopt, probabilmente sarà simile alla seguente:

# kopt=root=UUID=********-****-****-****-************ ro

Voi limitatevi ad aggiungere in fondo il parametro vga come segue, sostituendo naturalmente il valore trovato (ricordate che è tutto su una riga):

# kopt=root=UUID=********-****-****-****-************ ro vga=0x369

Ora l’ultima cosa da fare è aggiornare GRUB:

sudo update-grub

Per ora è tutto. Dal prossimo avvio della macchina (lo spegnimento potrebbe vedersi male, tranquilli) sarà tutto perfetto. Godetevi il vostro boot a tema ed a risoluzione piena, e la vostra nuova immensa console. 🙂

Fonti e spunti:

UniformUI is the definitive way to integrate Qt and KDE apps in the GNOME desktop

I’ve been working on this script for a while, and now with the second version I think I’m pretty close to perfection. 😛 I’ve always wanted to find a software which could let me have a nice integration between different kind of applications on Ubuntu. My favorite distribution is based on GNOME, which uses GTK+ libraries to render GUI components.

It was already possible for KDE users to render GTK+ controls as native Qt ones. But not vice-versa. You could obviously already find and configure similar styles for Qt and KDE imitating your Clearlooks, Human, or whatever theme. This is a very boring process. You have to install various configuration tools (two for qt and two for KDE) and then set every single color by hand, and also the fonts of course.

My first version of this script (italian article here) was able to configure automatically every settings file (Qt 3, Qt 4, KDE 3, KDE 4) perfectly under Ubuntu 8.10. Now thanks to QGtkStyle too, it’s possible to get an even more integrated environment. You can get a native rendering of qt4 and KDE 4 controls as they were GTK+. That’s great. There is still the problem that you need to adjust Qt 3 and KDE 3 look.

UniformUI version 2 does the trick. 😀 First of all it scans your GNOME settings searching for the colors you’re using, the fonts, and the cursor theme. Then it starts building configuration files. The first is the qt3 one. If you don’t have QtCurve for KDE 3 installed on your system, the script will download it for you and manually unpack it from an Ubuntu package (it should work on every distribution by the way). After that, the KDE 3 configuration file is created.

Finally, it assures that Qt 4 and KDE 4 apps use the native GTK+ style. The only action you have to perform is starting the script in a terminal and typing your password when prompted. This is the default system mode. If you want to run in user mode, then you just have to start the script with the -u switch. In this mode every part of the configuration (even those useful and suitable for everyone) is written in you user directory. The only action performed as root is the installation of QtCurve.

Here’s a brief overview of two apps (one using GTK+ and one using Qt 3) after setting a theme in GNOME and executing UniformUI:

Pretty good, uh?
Pretty good, uh?

Here's another one, with different fonts
Here’s another one, with different fonts

Download it here.

Warning: at this moment the script runs only and exclusively on Ubuntu 9.04 Jaunty Jackalope. Do not try to run it on other versions of Ubuntu.

The script should work with almost every GNOME theme, cursor theme, and font selection. I’ve tested it on Ubuntu 9.04 but it should work in every distribution (just be sure you’ve installed QGtkStyle). If you are encountering problems related to finding the colors, check if your theme supports them, and then try to change a little one of the colors and then bring it back to what it was (manually, don’t use the restore to defaults function). Finally run the script again, it should be fine.

Remember you need to run this script every time you change theme in GNOME. But it’s not such a difficult task.

If you have any suggestions, questions, messages, or anything else… just leave a comment here. I would be delighted if you could tell me whether it is good and suitable to your tastes or not after you’ve given it a try. Thanks.

Update: thanks to Nickholas for correcting my English grammar.

UniformUI versione 2, ottimizzato per Ubuntu 9.04

Ho finalmente trovato il tempo di aggiornare il mio script (viva le vacanze) e perciò sono molto orgoglioso di presentarvi la nuova versione. Per chi non sapesse cos’è UniformUI, ricordo che è uno script che permette di integrare in modo del tutto automatico l’aspetto dei programmi Qt 3, Qt 4, KDE 3 e KDE 4 all’interno di un desktop GNOME (in particolare Ubuntu, ma con pochi accorgimenti funziona su qualsiasi distro). Leggete qui la presentazione.

Provate questa versione solo ed esclusivamente su Ubuntu 9.04.

Questa revisione include le seguenti nuove caratteristiche:

  • versione funzionante ed ottimizzata per Ubuntu 9.04
  • richiede la presenza del motore di temi QGtkStyle
  • fornisce un aspetto assolutamente nativo per le applicazioni Qt 4 e KDE 4
  • aggiunto il supporto per i font: ora le applicazioni hanno gli stessi caratteri dei programmi GNOME
  • due modalità di funzionamento: user mode e system mode

Per quanto riguarda le due modalità, quella predefinita è la system mode. Ciò significa che cambierà lo stile in modo che per tutti gli utenti sia almeno sufficientemente integrato. Questo non vale per i colori naturalmente, perché ogni utente può usare un tema con colori diversi perciò sarebbe inutile. La scelta migliore è che ogni utente esegua lo script in system mode ogni volta che cambia tema.

Per agire in user mode bisogna passare l’opzione -u allo script. Ciò ha come inconveniente, tra l’altro, che lo stile dei widget delle applicazioni KDE 3 non viene cambiato, ma è comunque una cosa di poco conto (però irrisolvibile).

Potete scaricare lo script da qui. Provatelo e fatemi sapere che cosa ne pensate. 😉

Aggiornamento 14/06/2009: corretto un bug per cui in caso di font con stili (tipo grassetto e corsivo), i caratteri rimanevano uguali. Ora gli stili vengono ignorati e il font viene impostato correttamente.

Pulire veramente i file lasciati da Wine

Se vi è mai successo di provare delle applicazioni con Wine, magari per curiosità, oppure per la soddisfazione di mostrare a qualcuno che Linux esegue anche software di Windows, vi siete sicuramente lasciati alle spalle un po’ di file sparsi nell’hard disk. Probabilmente avrete pensato che è sufficiente rimuovere la directory di Wine per riportare tutto al punto di partenza… Ad essere sinceri lo pensavo anche io inizialmente. Poi però è bastato guardare un po’ in giro per la mia directory home per convincermi del contrario.

Purtroppo l’integrazione col desktop si paga… E quindi, se si è costretti ad usare programmi Windows (un esempio banale: l’utente ha dei file in un formato proprietario che vanno convertiti prima di migrarlo al software open source equivalente) si rischia di lasciare tracce assolutamente fastidiose, non tanto perché le vediamo; ma perché sono lì.

Pertanto, questa è la sequenza di comandi che vi permetterà di eliminare tutto ciò che ha lasciato Wine quando ha installato i programmi. Ciò significa che eliminerà anche i programmi che avete dentro al vostro disco virtuale di Wine. Tutto insomma. 🙂

rm -rf ~/.config/menus/applications-merged/wine-*
rm -rf ~/.local/share/applications/wine*
find ~/.local/share/icons/ -name "*wine*" | xargs rm -rf
find ~/.local/share/icons/ -name "????_*" | xargs rm -rf
rm -rf ~/.local/share/desktop-directories/wine-*
rm -rf ~/.wine*

Se non siete sicuri, controllate il contenuto delle suddette locazioni prima di procedere.

Risolto il problema di crackling di Pulseaudio col controllo PCM

Come ricorderete al tempo in cui avevo scritto la guida per l’installazione di Ubuntu sul mio Dell XPS M1530, ero stato molto preciso nel consigliare le impostazioni per il volume. Riporto qui quanto avevo scritto:

Le impostazioni dell’audio non sono ottimali. È il caso di cliccare col destro sull’applet del volume e selezionare “Apri regolazione volume”. Impostare il canale principale al massimo ed il PCM a circa 4/5. A questo punto un altro clic destro sull’applet e si vanno ad aprire le preferenze. Selezionate come canale di default il PCM. Andate su Sistema > Preferenze > Audio e su “Tracce predefinite del mixer” selezionate sempre il PCM.

Questo aveva permesso (e permette tuttora) di avere una regolazione del volume accurata e lineare. Infatti, regolandolo tenendo sempre al massimo il PCM e muovendo lo slider Principale, avremo un suono pressoché silenzioso fino a che non vengono superati i 3/4 della barra. Avere una barra per il 75% inutilizzata a me non piace, e non lo trovo sensato.

Purtroppo, la finezza dell’uso del PCM ha un risvolto grave.

Colpevole od innocente?
Colpevole od innocente?

Se devo essere sincero non ho la certezza che ciò sia legato a PulseAudio, ma a quanto pare non sono il solo a pensarlo. 🙂 Il fatto è che quando si mette muto il controllo e il sistema tenta di riprodurre un suono, tutto ciò che si ottiene è un fastidiosissimo sfregolio sulle casse. Un cosiddetto crackling che è veramente fastidioso ed inopportuno. Il colpevole è sicuramente il controllo PCM. Infatti, tornando alla configurazione originaria, ciò non accade. Mi sono chiesto quindi se ci fosse un altro modo di avere una regolazione del volume lineare, ma che non risentisse di questo problema.

Alla fine sono riuscito a trovarla. Ora vado a regolare direttamente il Master del dispositivo PulseAudio, così sono a posto. Ho aggiornato il mio precedente post, vi riporto qui quanto ho scritto:

Le impostazioni dell’audio non sono ottimali. È il caso di cliccare col destro sull’applet del volume e selezionare “Apri regolazione volume”. Impostare il canale principale al massimo, così come il PCM. Ora bisogna scegliere come dispositivo “Playback: HDA Intel – STAC92xx Analog (PulseAudio Mixer)”. Il master va messo al 50% per ora. A questo punto un altro clic destro sull’applet e si vanno ad aprire le preferenze. Selezionate come canale di default il Master del dispositivo precedentemente detto. Andate su Sistema > Preferenze > Audio e su “Tracce predefinite del mixer” selezionate sempre tale Master.

Fatemi sapere come vi trovate. 😉

Compressione di un PDF con minima perdita di qualità

Forse non ve ne ho mai parlato, ma adoro ImageMagick. Tuttavia, mi è capitato di recente di dover creare un pdf di immagini, con il classico comando convert.

convert *.jpg output.pdf

Le immagini che ho usato erano un gruppo di 36 foto in formato JPEG, alla risoluzione di 2126×1594 pixel. La loro dimensione complessiva era di 15,6 MB. Il PDF che è risultato aveva la dimensione di ben… 189,2 MB! 😮

Sono rimasto subito (penso giustamente) sconcertato. Normale che il documento unico debba essere più grande della somma delle dimensioni, in fin dei conti ci sono sempre i dati riguardanti l’impaginazione, ed altro. Però 12 volte tanto è un po’ troppo. Girovagando per la rete ho trovato questo post che spiegava un metodo utilizzando pdftk. Se non l’avete, installatelo tramite la solita procedura:

sudo apt-get install pdftk

Ora è il momento di agire sul nostro file PDF:

pdftops output.pdf tmp.ps
ps2pdf tmp.ps compresso.pdf
rm tmp.ps

Il risultato così ottenuto avrà la dimensione di… 10,3 MB! Bene, proprio ciò che volevo. Così le immagini sono leggermente compresse, per cui aspettatevi una piccola perdita di qualità. Tuttavia ne è valsa la pena. Sicuramente, utilizzando le opzioni fornite dal comando, è possibile calibrare con attenzione ciò che si vuole ottenere. Per me è sufficiente così. 🙂

Naturalmente ricordate che la differenza di dimensione tra prima e dopo si noterà molto se avete svariate foto, se invece il vostro PDF è quasi solo testuale, sarà sicuramente minore.

Aggiornamento 04/08/2011: ho cambiato il comando per convertire in PS. Ne esistono due simili, ma questo funziona meglio.

Festival delle libertà digitali a Vicenza, dal 22 al 24 maggio 2009

Il penultimo weekend di maggio vedrà Vicenza animarsi in tutto lo splendore dell’esaltazione dei valori della libertà e del software libero. La città sarà infatti luogo di svolgimento del Festival delle libertà digitali. Si tratta di un appuntamento organizzato da Wikimedia Italia in collaborazione con il Linux User Group di Vicenza, di cui mi onoro di far parte. In particolare va menzionato Luca Menini, che si è occupato di coordinare tutto il progetto e l’esecuzione dei lavori. A lui va tutto il mio apprezzamento, oltre ovviamente al gran numero di persone che si è impegnato in modo concreto per rendere possibile tutto ciò. 🙂

Il logo del festival è una rivisitazione di una versione da me realizzata
Il logo del festival è una rivisitazione di una versione da me realizzata

Riporto qui la descrizione data sul sito ufficiale, in quanto è molto significativa:

Il Festival delle libertà digitali nasce nel 2009 per coinvolgere una più ampia fascia di persone nei valori positivi della rivoluzione culturale che stiamo vivendo, quella digitale, legata ad Internet, sulla spinta etica e dei principi di libertà che sono alla base del software libero.

Vogliamo mostrare che la condivisione di risorse in rete è possibile in modo legale utilizzando i principi etici alla base del software libero. Ci rivolgiamo in particolare ai giovani, con la condivisione legale della musica, di immagini, di notizie e di conoscenza. Interagiamo con le persone, con cui sperimentiamo dal vivo progetti su Internet socialmente significativi e basati sul volontariato degli utenti, come l’enciclopedia libera Wikipedia.

Il grassetto l’ho cambiato io, sottolineando ciò che ritengo più importante. Questo è il messaggio che deve passare. Un messaggio fermamente contro la pirateria e l’illegalità ed a favore dei contenuti aperti, software in particolare, ma anche opere scritte, eccetera.

Il programma è davvero molto ricco, come potete vedere, ci sono attività di ogni sorta. 😀

Venerdì 22 maggio

  • ore 15.00 – Convegno: La riforma del Diritto d’Autore nell’era dei nuovi media – Vicenza, Conservatorio A. Pedrollo, contrà S. Domenico 33 – Giusella Finocchiaro, Università di Bologna, Ordinario di Diritto di Internet
  • ore 16.15 – Tavola rotonda – moderatore: Flavia Marzano (presidente di UnaRete) – con: Simone Aliprandi (Copyleft Italia), Marco Calvo (Liber Liber), Andrea Renato Sirotti Gaudenzi (giurista esperto di diritto d’autore), Paolo Pullega (Orione Editore), Elena Rossi (artista), Luca Sileni (Wikimedia Italia), Alessandro Simonetto (fondatore di OnClassical), Paolo Troncon (Direttore Conservatorio Vicenza)
  • ore 20.45 – Documentario teatrale “L’origine del Male”, storia di una controversa teoria scientifica sull’origine dell’AIDS – Vicenza, Ridotto del Teatro Comunale “Citta’ di Vicenza”, viale Mazzini 39 – Christian Biasco

Sabato 23 maggio – non stop dalle 10.00 alle 20.00 a Vicenza in piazza dei Signori

  • Wikiraduno
  • laboratorio aperto “wiki”: condividere musica legalmente (http://musica.wikimedia.it/), condividere foto (http://commons.wikimedia.org/), condividere notizie, conoscenza (Wikipedia e gli altri progetti Wikimedia), condividere solidarietà (WikiAfrica)
  • area “demo” con dimostrazioni d’uso su come si condividono legalmente i file musicali, le foto, i testi ecc. attraverso le licenze libere
  • area “interattiva”: gli utenti condividono di persona le proprie esperienze sui progetti Wikimedia; postazioni pc Linux a disposizione dei visitatori per sperimentare in prima persona la condivisione digitale
  • banco informazioni, con pannelli informativi e materiale cartaceo, gadget di Wikipedia, volontari Wikimedia a disposizione per rispondere alle domande dei visitatori
  • laboratorio aperto “Autopsia di un computer” (per ragazzi) – organizzazione: LugVI
  • progetto ImakeMusik: con Istituto Musicale Veneto di Thiene (http://www.istitutomusicaleveneto.it/) dalle 16.00 alle 19.30 i ragazzi di IMT Vocal Project canteranno all’aperto
  • assegnazione Premio Wikimedia Italia

Domenica 24 maggio

  • ore 9.00 – camminata in montagna e mapping party – Monte Novegno

Io purtroppo, pur avendo voluto esserci il 23 assieme al LUG, sarò impegnato nella fase nazionale delle gare di matematica a Milano. Mi dispiace moltissimo di non poter essere presente. Mi raccomando, cercate di diffondere l’iniziativa, fatelo sapere ai vostri amici, scrivetene sul vostro blog… 😉 Vi rimando alla pagina del sito ufficiale per la descrizione più dettagliata dell’evento. Ricordate che, naturalmente, l’ingresso è totalmente libero e gratuito.

La rinascita di Gimp Italia

In questi ultimi giorni sono stato abbastanza impegnato per la ristrutturazione completa del sito web portabandiera della comunità italiana di utenti Gimp: Gimp Italia! 🙂

Come alcuni di voi sicuramente sapranno, in passato molte cose hanno traviato la nostra community: spam, mancanza di tempo dell’amministratore, defacciamenti, ed altro. Se siamo riusciti ad uscirne fuori, il merito non deve certo andare tutto a me, anzi. Ogni giorno posso contare su un team di moderatori ed un collega amministratore che mi aiutano tantissimo con il forum; che è ciò che richiede più attenzioni. A loro va il mio ringraziamento!

Il nostro orgoglio, il forum!
Il nostro orgoglio, il forum!

Potete avere una panoramica più approfondita sulla nostra storia leggendo la pagina apposita. Nel frattempo, soffermatevi a visitare il sito. Come detto sopra, me ne sto occupando da alcuni giorni, ma sono già soddisfatto di come sta venendo. Ci sarà spazio per l’informazione base su Gimp (cos’è, cosa fa, …) nonché per guide, tutorial, news, e chi più ne ha più ne metta. 😛

Un'evoluzione continua da plasmare ad arte...
Un’evoluzione continua da plasmare ad arte…

Per questo, ed anche perché è sempre bello parlare di un software favoloso come Gimp, la nostra community sta cercando nuovi membri e persone che abbiano voglia di partecipare al forum, nonché di scrivere magari qualcosa per il sito! 😀

Quello che voglio realizzare è un progetto di cui tutti si sentano artefici, ciascuno nella sua parte. Il sito è ancora piccolo, ma sta crescendo in fretta e può diventare qualcosa di molto concreto.

Venite a trovarci numerosi!

Come installare i font di Microsoft Office 2007 in Linux

Sapete bene che non sono per nulla entusiasta di gran parte di ciò che riguardi Microsoft. Il suo monopolio purtroppo crea un problema abbastanza irritante che è anche legato ai documenti. Se una persona che usa Office 2007 mi invia un documento di testo, probabilmente lo farà in docx. È un formato un po’ antipatico, ma fortunatamente OpenOffice lo può leggere. Bene, fin qui ci siamo.

Ora che l’ho aperto è tutto sballato. Wow, favoloso. Cos’è successo? È relativamente semplice da capire, non sono in possesso dei font che l’incauto utente ha ben pensato di ritenere universali e di includere in ogni parte del documento. In passato i font più diffusi erano Arial, Times New Roman, e simili. Non sono font liberi, ma comunque reperibili dal sito del progetto Core Fonts. Tempo fa Microsoft aveva deciso di farli diventare lo standard per il web e quindi li aveva distribuiti, anche se in forma di exe inalterabile.

Fermo restando che chi progetta un sito web dovrebbe sempre usare criterio e predisporre un layout visualizzabile con font più banali possibile (Sans e Serif) e eventualmente poi aggiungerne altri, rimangono i problemi relativi ai documenti.

Ora che sta prendendo piede la brutta moda di Office 2007 e Windows Vista, il rischio di non poter almeno vedere i documenti correttamente aumenta in modo considerevole. Casualmente mi è capitato di leggere sul blog di OpenOffice Ninja un post che descriveva come installare alcuni di questi font ricavati dal PowerPoint Viewer.

Dopo aver provato il suo procedimento, ho verificato che la versione demo gratuitamente scaricabile dal sito di Microsoft di Office 2007 contiene svariati font in più. Giusto per essere chiari, oltre a dire che il download del file contente i font è reso disponibile dalla stessa Microsoft, è bene citare la licenza riportata dal prodotto:

c. Componenti dei Tipi di Carattere. Mentre il software è in esecuzione, il licenziatario potrà utilizzare i relativi tipi di carattere per visualizzare e stampare il contenuto. Il licenziatario potrà solo

  • incorporare i tipi di carattere nel contenuto nella modalità consentita dalle restrizioni relative all’incorporamento dei tipi di carattere e
  • scaricarli temporaneamente in una stampante o altro dispositivo di output per consentire la stampa del contenuto.

La classicissima frase che dice tutto e non dice niente. Quando il software è in esecuzione? Quindi se volessi scrivere in Arial con Paint devo assicurarmi di avere aperto e ridotto a icona Excel? Mi spiegate come mai quando si disinstalla Office, i font rimangono? Curioso come fatto.

Detto questo, chi trova coerente proseguire (come il sottoscritto) per sopravvivere all’inondazione di documenti dalle fonti più disparate, lo può fare. Innanzitutto bisogna controllare di avere installato cabextract, ed in caso negativo rimediare. Ora si può procedere al download della demo di Office. Io ho provato con la versione Enterprise, per cui non so se ci siano variazioni per le altre. I link sono tutti qui.

A questo punto, è necessario estrarre dall’installer un file cabinet. Con il terminale, usando cabextract, si deve fare:

cabextract -F EnterrWW.cab Enterprise.exe

Ci metterà un poco. Ora si passa alla creazione di una directory per convertire i font, e poi all’estrazione di questi ultimi. Si esegue pertanto:

sudo mkdir /usr/share/fonts/msoffice2007
sudo cabextract -F *.TT? -d /usr/share/fonts/msoffice2007 EnterrWW.cab

Infine va aggiornata la cache dei font:

fc-cache -fv

Chiudendo e riaprendo i software di videoscrittura si vedranno i nuovi caratteri installati. Il file di installazione ed il cabinet estratto si possono ora eliminare.

Ci sarebbero molte parole da dire su questioni filosofiche per quanto riguarda i font e altre cose del genere. Non mi ci voglio soffermare troppo, perché il post diventerebbe lungo dieci volte tanto. Mi limiterò a dire che questi font dovrebbero essere usati per rimanere compatibili con materiale creato da altri. Distribuire documenti OpenOffice con caratteri strani è molto fastidioso per chi li riceve, per cui evitate.

Se andate pazzi come me per i font e vi piace trovare ogni volta dei font diversi per i vostri documenti, ricordatevi di creare un pdf del risultato. In questo modo potete distribuire tranquillamente ciò che scrivete e non ci saranno problemi a visualizzarlo.

Aggiornamento 20/03/2009: proprio poco tempo dopo che avevo scritto l’articolo, il gestore del blog che avevo linkato ha spostato i suoi post ed alcuni sono inaccessibili. Ho cambiato il link con uno dai contenuti analoghi.

Aggiornamento 08/07/2009: se per caso la visualizzazione dei font Cambria e Candara in Firefox è pessima a causa della mancanza dell’antialiasing, potete sostituirli con quelli contenuti in questo pacchetto di Microsoft (contiene le versioni leggeremente precedenti).

L’interfaccia uniforme tra le librerie grafiche, ovvero UniformUI per GNOME

Personalmente devo dire che specie in passato, ero uno a cui piaceva cambiare spesso il tema di GNOME. C’è stato il periodo in cui impazzivo per Murrine, poi ho apprezzato Clearlooks, ora sul portatile uso Darkroom con i colori modificati.

Nonostante questo però, ancora prima di cambiare tema, mi accorgevo sempre di una cosa abbastanza spiacevole. :\

Usando GNOME è impossibile non accorgersi di quanto le applicazioni basate su altri toolkit grafici siano… potrei dire orrende. Prendiamo per esempio i programmi per KDE 3… Hanno il classico tema Plastik, che non è brutto, però stona. Ed ha anche lo schema di colori blu standard, che con il tema di Ubuntu (nel mio caso) non ha nulla a che vedere.

Lo stesso vale anche per i programmi KDE 4, che hanno un bel tema, ma troppo diverso dallo stile GNOME. La situazione cambia totalmente se si tratta di Qt 3. Ci troviamo di fronte a un look del secolo scorso. L’interfaccia di base è spartanissima e ti fa odiare il lavorare con Qcad o simili. 😛 Con i programmi Qt 4 qualcosa si salva, l’aspetto è un po’ integrato anche se si può migliorare di molto.

Sintomi da incoerenza multipla
Sintomi da incoerenza multipla

Nell’immagine vedete uno screeshot di Ubuntu Intrepid a cui sono stati aggiunti alcuni software con le varie librerie grafiche, senza modificarne l’aspetto. Si salva solo VLC, che almeno è guardabile, anche se i colori sono un po’ più scuri di quanto dovrebbero.

Quando mi sono capitate queste cose, finora, la soluzione era quella di installare i configuratori di Qt (versione 3 e 4) e cambiare i colori e il tema a mano, fino a trovare una combinazione gradevole. Tutto ciò dopo ogni cambiamento di tema e di colori. Per i programmi KDE, la soluzione poteva essere di installare tantissimi pacchetti KDE 4 solo per cambiare il tema, oppure peggio per KDE 3… Nessun modo.

Ero stanco di questa situazione, ed ho voluto crearmi un modo di poter svolgere il lavoro: cambiare quattro configurazioni diverse per ottenere un aspetto omogeneo in un attimo e senza fatica! 😀

Dopo sabati (e altri giorni) passati a programmare, vari tentativi, bug trovati e fix applicati, sono riuscito ad ottenere uno script in bash estremamente semplice da eseguire. Una volta aperto esso ricava la configurazione di GNOME (colori e tema del puntatore, e in più le icone, anche se per ora è un dato non utilizzato) e scrive le configurazioni adatte per KDE 3, KDE 4, Qt 3 e Qt 4; infine le applica.

Il processo è automatico e indolore. 🙂

Una volta chiuse le applicazioni, si riaprono ed ecco il risultato:

Dopo la cura
Dopo la cura

Durante la realizzazione dello script, ho avuto modo di analizzare un po’ la struttura delle varie configurazioni, capire dove dovevano andare le informazioni, e così via. È stato veramente divertente e sono contento di condividere con voi il risultato.

Lo script si chiama UniformUI e penso che sarà utilissimo a tutti gli utenti GNOME. A mio avviso questo script è comodissimo e permette di risparmiare tempo.

Mi piacerebbe perfezionarlo e migliorarlo, e chissà, magari in futuro potrebbe diventare diffuso. Il codice naturalmente è rilasciato sotto licenza GPL. Se volete dare una mano fatemelo sapere e proponetemi i vostri miglioramenti! 😉

Per usare lo script, scaricate il file da qui (versione 1, vedete sotto per le ultime versioni) e dategli i permessi di esecuzione. Infine, fatelo eseguire in un terminale (altrimenti non vedrete l’output). Chiudete le applicazioni che usano librerie Qt e riapritele.

Noterete subito il cambiamento. 😀

Aggiornamento 12/06/2009: È uscita la versione 2! A questa pagina le note di rilascio ed il download.