Recuperare le immagini danneggiate

Lavorando con le foto capita di trovarsi in situazioni estremamente irritanti come questa:

In questo caso abbiamo una foto danneggiata che non ne vuol sapere di aprirsi in Gimp.

La cosa a me è capitata proprio oggi, ed ho cercato un modo di recuperare la foto. Gimp è schizzinoso e non la apre, ma questo non vuol dire che sia tutto perduto. 🙂 A volte una foto è rovinata soltanto parzialmente, ma la sua componente “buona” può essere recuperata.

Per fare ciò useremo l’utility convert di Imagemagick.

Se non l’abbiamo installato, facciamo da terminale:

sudo apt-get install imagemagick

E poi per recuperare la foto:

convert immagine-danneggiata.jpg recupero.png

Qui ho convertito l’immagine danneggiata (che era una JPEG) in una PNG visto che è un formato lossless leggibile con Gimp.

Ora si può aprire l’immaginein Gimp e provvedere a rattoppare la parte danneggiata, sperando che sia solo una piccola porzione dell’immagine.

Risolvere i problemi relativi ai caratteri accentati nelle applicazioni KDE

Oggi, provando l’ottimo Kopete, ho notato che le applicazioni KDE avevano dei problemi a gestire i caratteri accentati. Perciò ho cercato un po’ ed ho trovato la soluzione. 🙂 Basta modificare un file:

sudo gedit ~/.bashrc

E incollarci in fondo queste righe:

# Risolve problemi di caratteri accentati
export LC_ALL=C
export LANG="it_IT.UTF-8"
export LC_CTYPE="it_IT.euro"

In realtà solo la prima è fondamentale, ma le altre due sono comunque utili per precisare che usiamo una tastiera italiana. Ricordate che perché i cambiamenti abbiano effetto è necessario riavviare il server grafico. 😉

Quando i file nel cestino non si vogliono proprio eliminare

A volte capita che, per problemi legati ai permessi, i file che mettiamo nel cestino dopo non si possono più eliminare. A me succede in particolare quando elimino dei residui di una compilazione che viene fatta ovviamente come amministratore.

user-trash-full.png

Se anche voi ogni tanto avete questi problemi, non preoccupatevi. Basta che digitiate nel terminale:

sudo rm -rf ~/.local/share/Trash/*

Fatto! 😀

Crediti immagine

Bluetooth con Ubuntu Feisty

Ultimamente ho avuto problemi con il bluetooth, in particolare la cosa si è verificata quando ho tentato di spedire sul computer una foto per un post. Certo, avrei potuto prenderla con il cavo USB, ma dato che c’ero, tanto valeva perdere la mezz’oretta necessaria ed avere il bluetooth funzionante. 😉

Prima di capire dove era il problema ho perso un sacco di tempo a reinstallare tutto, inutilmente. Ho quindi pensato che avrei potuto scrivere una semplice guida su come abilitare il bluetooth con Ubuntu Feisty.

Nella guida mi baserò sulle cose da fare se si ha un adattatore bluetooth USB, ma il procedimento è analogo anche per un eventuale funzionalità bluetooth inclusa in un portatile.

Installare il bluetooth

Se vogliamo avere tutto quello che ci serve per usare il bluetooth basta installare alcuni programmi, ovvero da terminale:

sudo apt-get install bluez-utils bluez-pin bluez-gnome gnome-bluetooth nautilus-sendto

Ora che abbiamo tutto il necessario, ultimiamo una faccenda. Andiamo su Sistema > Preferenze > Sessioni ed aggiungiamone una nuova, e come comando inseriamo gnome-obex-server. Facciamo il log-out e rientriamo nel nostro account.

Adesso inseriamo la chiavetta bluetooth. Dovrebbe apparire questa icona sull’area di notifica:

Se invece viene scritto Dispositivo commutato nella modalità off, si dovrà seguire la seconda parte di questa guida, relativa alla risoluzione dei problemi.

Risoluzione dei problemi

Per gli sfortunati che come me si sono visti apparire questo messaggio:

La risoluzione è abbastanza semplice. Digitate nel terminale:

hcitool dev

Segnatevi il numero di dispositivo tenendo conto che le eventuali lettere sono maiuscole (nel mio caso il codice è 11:11:11:11:11:11).

Ora togliete la chiavetta e digitate nel terminale:

sudo gedit /var/lib/bluetooth/11:11:11:11:11:11/config

Ovviamente al posto del mio codice voi dovete mettere il vostro. Nella riga dove c’è scritto mode off dovete cambiare scrivendo mode on.

Infine scrivete nel terminale:

sudo /etc/init.d/bluetooth restart

Riconnettete la chiavetta e sarà tutto a posto. 😀

Salvare praticamente qualsiasi contenuto Audio/Video presente online

Nota bene (aggiornata il 22 febbraio 2013): questo articolo è stato scritto diversi anni fa e contiene informazioni non aggiornate. Vi consiglio pertanto di leggere il mio nuovo articolo in merito al salvataggio dei video trovati online.

Se siete interessati a scaricare i video dal portare Rai.tv (o Rai Replay) ho scritto una guida apposita. Allo stesso modo se desiderate salvare i programmi da Video Mediaset potete leggere il tutorial dedicato. Lo stesso dicasi per salvare i video da La7.tv, leggete qui come fare.

Quante volte siete stati su un sito web e avete trovato un bel video che avreste voluto salvare per riguardarlo sul telefonino o magari farlo vedere agli amici? Tante scommetto.

Ebbene, sappiate che al di là di poter salvare un video da Youtube (sono capaci anche i bambini di 3 anni) si può salvare praticamente ogni file audio o video su Internet a parte in alcuni casi in cui è molto difficile. 😀

Per prima cosa vi dovete procurare questa estensione per Firefox ed installarla. Dopodiché modificate le sue opzioni come segue: Nella prima scheda abilitate tutte le caselle di spunta, nella seconda le prime tre, nella terza tutte, e nella quarta la seconda.

Ora potete andare su un sito web che contiene il video o l’audio. Io per la prova ho scelto il sito dei video di Mediaset.

Scelto il video, lo avviamo (non è strettamente necessario, ma in alcuni casi aiuta). Ora, ci spostiamo in un punto della pagina in cui sia possibile fare click con il tasto destro, e dopo aver cliccato con il destro scegliamo UnPlug.

Comparirà una schermata in cui troveremo vari link (molti sono inutili) e noi dovremo cercare quello che ci interessa, nel mio caso si trattava del link di uno stream:

Ora, se si tratta di un file semplice, possiamo cliccarci sopra con il tasto destro e scegliere Salva destinazione con nome.

Invece, se si tratta di uno stream, possiamo aprirlo con un riproduttore per guardarlo a pieno schermo. Per salvarlo è un po’ più complicato.

Ora è venuto il momento di scaricarlo. Si può fare in molti modi e con molti programmi (ad esempio Mplayer) ma voglio insegnarvi il modo più semplice.

Andate su questo sito ed inserite il collegamento dello stream trovato con UnPlug. Dopodiché scegliete il formato di uscita e le opzioni. Premete il tasto Convert ed aspettate di scaricare il file già convertito. 😉

Guida base al terminale

Ho cercato un po’ in giro per la rete e devo dire che non si trovano delle belle guide che spiegano cos’è e come si usa il terminale. Nessun problema: ci penso io. 🙂

Cos’è

Per prima cosa in Ubuntu potete andare su Applicazioni > Accessori > Terminale; invece in ambiente Kde potete aprire Konsole. In realtà, un terminale è qualunque programma abbiate aperto che vi presenti qualcosa del genere:

utente@computer:~$

Anzi, più precisamente si tratta di un programma (a volte detto emulatore di terminale) che vi permette di avere in una finestra il computer senza interfaccia grafica, ovvero di interagire direttamente con esso attraverso i comandi.

Analizziamo la scrittura che vi appare all’inizio. utente rappresenta il nome dell’utente che state utilizzando in questo momento, computer rappresenta il nome unico con cui il computer viene visto in rete. La tilde (~) vi dice che siete nella vostra home directory (cioè /home/utente/) e il simbolo del dollaro vi dice che siete un utente normale (e non con i privilegi di amministratore).

Perché usarlo?

In realtà, le moderne distribuzioni Linux (soprattutto le più semplici come Ubuntu) forniscono una buona interfaccia grafica che permette di evitare praticamente quasi tutte le manovre da terminale. Infatti si può fare quasi tutto con un interfaccia grafica.

Tuttavia, in rete si trovano spesso (a volte anche qui sul blog) dei comandi da impartire da terminale. Se li si sa interpretare si possono anche sostituire con azioni effettuate dall’interfaccia grafica, ma è molto più comodo copiarli ed eseguirli, inoltre è più rapido.

Come si usa

Per usare il terminale in genere basta inserire un comando, gli eventuali argomenti (ad esempio il file su cui operare) e le eventuali opzioni. La stragrande maggioranza dei comandi corrispondono al nome di un programma che si può avviare anche da interfaccia grafica, ad esempio:

utente@computer:~$ firefox

Premendo Invio si apre Firefox, ma bisogna ricordarsi di non chiudere la finestra del terminale, altrimenti anche il programma avviato si chiuderà.

Usando il terminale bisogna ricordarsi alcune cose:

  • Il terminale fa distinzione tra le maiuscole e le minuscole
  • Si può completare la scrittura di un comando premendo il tasto Tab dopo averne digitato alcune lettere
  • Per alcuni comandi è necessario operare con i privilegi di amministratore, anteponendo sudo al comando da eseguire. Se si esegue sudo bash o sudo -s si trasforma il terminale in un terminale root (ovvero amministratore). Esempio:
    utente@computer:~$ sudo -s
    root@computer:~#

    Notate il cambiamento della stringa del terminale. Tutti i prossimi comandi che verranno eseguiti saranno con i privilegi di amministratore. Se si usa il comando exit si ritorna al terminale (o console o shell) normale.

Questi sono alcuni comandi principali:

ls, mostra il contenuto della cartella dove si trova, o di una eventuale cartella specificata.

cp, copia un file in una cartella. Eesempio:

cp file.txt cartella

mv, come cp, solo che sposta il file. Si può anche usare per rinominare il file. Esempio:

mv file.txt nuovonome.txt

mkdir, crea una cartella.

cd, si sposta in un’altra cartella.

rm, cancella un file semplice. rm -r cancella una cartella ed il suo contenuto. Da notare che -r è un’opzione; i comandi hanno opzioni proprie, che sono diverse da quelle di altri comandi. Da usare con cautela.

locate, cerca ogni file che contiene una certa stringa nel nome o nel percorso. Può generare un output molto lungo.

cat, mostra il contenuto di un file di testo.

man, mostra la guida alle opzioni ed all’uso di un comando, il che è utilissimo. Esempio:

man firefox

Quando si usa il terminale si può anche “passare” il risultato di un comando ad un altro comando. Ciò può essere utile in alcuni casi e si fa con il tratto verticale |. Qui farò un esempio con i comandi grep e less, la stringa del terminale è abbreviata ad $:

$ cat elenco-numeri-telefono.txt | grep Andrea

Qui immaginiamo di avere un file di testo in cui ogni riga contiene un nome, un cognome ed un numero di telefono. Con il comando cat si mostra il suo contenuto, ma prima che ciò avvenga il comando grep filtra l’output mantenendo solo le righe in cui compare la parola Andrea.

$ cat elenco-numeri-telefono.txt | less

Questo comando invece mostra per intero l’output del comando cat ma in una sorta di “finestra” che si può scorrere con le frecce su e giù. Per uscire basta premere q sulla tastiera (questo vale anche per altri comandi che si comportano in modo simile).

Con questo, ho illustrato i concetti base per poter capire ed usare il terminale. Se avete dei dubbi potete sempre lasciarmi un commento. 😉

Prepararsi bene al rilascio di Ubuntu Feisty Fawn

Domani finalmente verrà rilasciata Ubuntu 7.04, o per gli amici Feisty Fawn! 😀

È presumibile quindi che i server saranno intasati di richieste e il download tradizionale diventerà terribilmente lento. Per questo motivo vi spiego come scaricare abbastanza velocemente ed aiutare anche gli altri a fare altrettanto.

Prima di tutto ricordatevi che domani dovrete andare a questo indirizzo: http://releases.ubuntu.com/feisty/

Dopodiché non dovrete cliccare sui titoli in blu, ma andare in fondo alla pagina e cercare qualcosa come ubuntu-7.04-desktop-i386.iso.torrent (per la versione x86) e scaricare quello. Si tratta di un file BitTorrent.

Lo dovrete usare con un client BitTorrent. Se utilizzate Ubuntu ce l’avrete già installato, altrimenti potete usare ad esempio Azureus.

Probabilmente qualcuno si chiederà perché dovrebbe usare BitTorrent. Semplice, perché permette di scaricare dei pezzettini di file da molte fonti diverse, e mentre lo si scarica se ne condivide una parte con gli altri. In questo modo tutti scaricano in maniera più veloce.

Grazie a questo sistema, ogni nodo contribuisce inevitabilmente alla diffusione del file. Maggiore è l’ampiezza di banda in uscita su quel nodo, maggiori sono le probabilità che il file venga diffuso verso altri nodi. Questo metodo ha anche il pregio di ridurre l’impatto della cosiddetta “leech resistance” (in italiano “resistenza della sanguisuga”), condizione che si manifesta nel momento in cui sulla rete sono presenti molti utenti che desiderano scaricare file più velocemente possibile, per poi sconnettersi appena terminato, senza consentire agli altri il prelievo.

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera

Come ultimo consiglio vi suggerisco di scaricare il live CD nel primo pomeriggio, perché c’è molta gente e con BitTorrent questo è un vantaggio! 😉

Installare Linux dentro a Windows

Ovvero, a tutti quelli che hanno paura di provare Linux, con tutto ciò che comporta come ad esempio partizionare il disco: non avete più scuse! 😛

In questa guida spiegherò infatti come creare una macchina virtuale ed installare Linux dentro ad un file in Windows. Di solito non mi piace scrivere di questo sistema, ma spero che possa essere un incentivo a far provare Linux a coloro che sono ancora restii.

Prima di tutto cos’è una macchina virtuale: si tratta di un software che simula un computer per farci girare dentro un sistema ospite. Insomma un computer virtuale dentro ad uno reale.

Il software di cui andrò a parlare è VirtualBox, i cui binari sono disponibili gratuitamente per uso personale. Dalla pagina di download scaricate l’installatore per Windows. Una volta installato e riavviato il computer, aprite il programma dal menù Start.

Dalla barra in alto cliccate su New e seguite le semplici istruzioni per creare una macchina virtuale. Se digitate il nome di Ubuntu, dovrebbe individuare automaticamente il tipo di sistema operativo. Vi basta solo indicare se è a 64-bit o no. Quando dovrete creare un hard disk virtuale selezionate l’opzione dinamica, in modo che il file sia grande solo quanto necessario. Per il resto, potete restare con i valori predefiniti per gli altri parametri.

Finito questo processo, avete a disposizione la macchina virtuale:

schermata1.png

Ora dovete procurarvi una immagine iso di Ubuntu e aggiungerla come disco DVD nelle impostazioni della macchina virtuale.

Avviate la macchina virtuale e aspettate che compaia il menù di Ubuntu. Premete F2 e scegliete l’Italiano. A questo punto cliccate su Avvia o installa Ubuntu e aspettate che si sia caricato il Desktop. Ora potete provare i programmi del Live Cd. Ricordatevi che potete mettere anche la visualizzazione a schermo intero. 😉

schermata5.png

Dopo aver guardato un po’ in giro, potete cliccare sull’icona di installazione sul desktop e seguire le semplici istruzioni a schermo. Quando vi chiede come volete partizionare il disco ditegli di formattare l’intero disco. Dato che stiamo lavorando in una macchina virtuale, verrà formattato quello virtuale, non il vostro vero hard disk.

schermata6.png

Aspettate che sia tutto concluso e poi scegliete di riavviare. Quando vi propone di rimuovere il disco di installazione, usate il menu di Virtualbox per rimuovere l’immagine ISO del DVD.

Ora fate il login e godetevi il vostro sistema operativo! 😀

 

Il telefonino libero

openmoko.png

Oramai il mondo dei computer può contare su un po’ di libertà dataci dal fatto di poter usare i sistemi operativi liberi, primo fra tutti Linux. Ma fino ad ora non era mai esistito un telefono cellulare che utilizzasse solo software libero.

Ora la situazione sta cambiando con il progetto OpenMoko. Si tratta di un sistema operativo libero per cellulari, che verrà montato per la prima volta sul telefono Neo1973, che vedete nell’immagine. 😀 Per adesso il telefono è disponibile per gli sviluppatori che potranno suggerire dei miglioramenti. La versione per sviluppatori (senza fotocamera e wireless) si può ordinare al costo di 350 $ (circa € 260) più le spese di spedizione.

A settembre 2007 la versione definitiva verrà messa in vendita online, e in versione branded (marchiata) con alcune compagnie telefoniche nei negozi; presumibilmente negli USA. Qui sotto potete vedere un’intervista ad un rappresentante di FIC (l’azienda che produrrà il Neo1973) e del progetto OpenMoko:

Clicca qui per mostrare contenuto da YouTube.
(leggi la privacy policy del servizio)

Inoltre, vi consiglio di vedere una galleria di foto della versione per sviluppatori del telefono. 🙂

Maggiori informazioni:

Estrarre una fotografia dallo sfondo: ora è facile grazie al SIOX!

Quello che si fa più spesso nella grafica digitale è estrarre le immagini dal loro sfondo per poi comporle. Tale operazione può richiedere molta attenzione e tempo, inoltre è spesso molto impegnativa. Per imparare ad estrarre bene le foto ci vuole parecchio tempo, ve lo dico per esperienza. 😛

La situazione sta cambiando grazie ad una tecnologia chiamata SIOX, che è già implementata nella sua forma più semplice in Gimp 2.3.15.

Se non avete installato la versione di sviluppo di Gimp, qui trovate un comodo pacchetto per Ubuntu Edgy. 🙂 Ci sono anche le istruzioni per averlo nel menù di Gnome. Vi ricordo che il pacchetto si installa parallelamente alla versione stabile di Gimp senza interferirci.

Vediamo ora un esempio pratico. Per la prova ho scelto questa foto di un magnifico gattino su Flickr. Dopo averla aperta con Gimp, scegliamo lo strumento di selezione del primo piano e delimitiamo un area che contenga ciò che ci interessa:

Prima selezione
Prima selezione

A questo punto usiamo il pennello nero per selezionare una buona parte di ciò che rappresenta il primo piano che vogliamo mantenere:

Marcatura del primo piano
Marcatura del primo piano

Una volta finito, premiamo Invio e ci troviamo di fronte alla selezione (un po’ approssimativa):

Risultato
Risultato

Possiamo usare la maschera veloce per rifinire la selezione e sfumarla:

Maschera veloce sfumata
Maschera veloce sfumata

Possiamo quindi usare l’immagine ritagliata come preferiamo, anche solo per metterci un ombra:

Immagine finale ritagliata
Immagine finale ritagliata

Che cucciolosità! 😀