Pur essendo nate per scopi aziendali, le VPN (Virtual Private Network, o reti private virtuali) vengono usate molto spesso anche dalle persone che hanno un po’ a cuore la sicurezza della propria navigazione in Internet.
Cosa consente l’uso di una VPN
Il funzionamento di base delle VPN, infatti, crea un tunnel virtuale tra il nostro computer e un server sicuro di proprietà del fornitore del servizio VPN. Tutto il traffico che effettuiamo passa in modo criptato dal computer al server, per poi uscire “normalmente” (quindi criptato per HTTPS e in chiaro per HTTP, FTP, e altro) su Internet.
In sintesi, questo permette di navigare in modo privato e sicuro anche nelle reti Wi-Fi pubbliche. Si tratta di reti dove normalmente chiunque potrebbe spiare quali siti stiamo visitando o le password che inseriamo in alcuni portali che non usano HTTPS.

Inoltre, consente di mitigare gli effetti della sorveglianza di massa. L’Italia è uno dei molti paesi europei che trattiene illegalmente traccia di tutte le comunicazioni (nel senso di data, ora, e soggetti coinvolti, non contenuto) dei cittadini italiani, senza che ciò richieda un’indagine e senza configurarsi come intercettazione. Questi dati rimangono disponibili almeno per un anno.
Come se ciò non bastasse, gli Stati Uniti e il Regno Unito possiedono molte delle infrastrutture di Internet e intercettano abitualmente il traffico:
[…] il Guardian ha scoperto che il GCHQ ha accesso direttamente alle grandi ‘autostrade’ delle telecomunicazioni: i cavi in fibre ottiche che trasportano le telefonate e il traffico internet mondiale, e ‘succhiando’ direttamente da questi, l’anno scorso è stato in grado di intercettare 600milioni di telefonate al giorno.
Mi fa piacere che il nostro governo “logghi” (tenga traccia nei file di log) tutta la navigazione degli italiani? Non tantissimo. È accettabile che lo facciano paesi esteri senza alcuna autorità sui cittadini italiani? Assolutamente no. :\
Usando un servizio VPN, la vostra navigazione Internet potrebbe andare a mischiarsi con quella di decine di altre persone e risulterà, per esempio, generata da un anonimo datacenter situato ad Amsterdam, vicino al Koninklijk Paleis (peraltro un magnifico posto!) invece che dall’indirizzo IP intestato a Mario Rossi, Via Tal dei tali 0, Milano. 😛
Certo, se la connessione stessa dovesse contenere informazioni personali in chiaro sarebbe teoricamente possibile correlare la trasmissione dei dati a una persona, ma solo quella in particolare, non tutte le altre (chissà di chi sono?).
Infine, un argomento che interessa a molti dei miei lettori: usare un servizio VPN ci permette di aggirare le barriere geografiche. Praticamente tutti i servizi VPN, specialmente quelli seri (quindi che richiedono un pagamento per coprire i costi del servizio, spesso comunque molto ragionevole) forniscono server in svariati paesi.
Quindi, voglio vedere un video sul sito della BBC? Teoricamente non potrei… ma poco male, mi collego al mio servizio VPN scegliendo un server nel Regno Unito e accedo al contenuto che era bloccato! 😀 Lo stesso vale per un sito negli Stati Uniti, o in Francia, o in Germania.
Se vogliamo consultare siti in nazioni particolari (per esempio piccoli stati non europei, mettiamo caso il Belize) è meglio verificare i server offerti dal provider VPN prima di abbonarsi, ma generalmente i principali paesi UE, gli USA, il Canada e l’Australia sono ben coperti.
Per i motivi finora esposti, è altamente consigliabile che tutti usino una connessione VPN sia a casa che fuori casa, sul PC e sullo smartphone (soprattutto fuori casa)! È una questione di privacy e sicurezza, due cose da non prendere mai sottogamba.
“Ma non ho nulla da nascondere”
Ci tengo ad aprire una piccolissima parentesi su questa cosa, perché ogni volta che la sento dire mi fa alzare il sopracciglio… Se avete pensato qualcosa come la frase qui sopra, vi vorrei chiedere un piccolo favore.
Gentilmente, lasciate un commento sotto a questo post contenente il vostro indirizzo email e la password di Facebook. Ah, per cortesia fate un grande archivio ZIP con tutte le foto e i documenti del vostro PC e caricatelo online, poi inviatemi il link tramite email. Sì, anche i documenti bancari. Casomai dovessimo incontrarci di persona, vi chiederò anche di lasciarmi il vostro telefono cellulare in mano per un’oretta, chiaramente mi darete anche il PIN.
Come? Avete cambiato idea? 😉 Bene!
Possiamo continuare la parentesi dicendo che il diritto alla privacy è tutelato dalle leggi italiane ed europee, e concludo con una citazione di Edward Snowden:
Dire che non t’importa del diritto alla privacy perché non hai nulla da nascondere è come dire che non t’importa della libertà di espressione perché non hai nulla da dire.
Proseguiamo.
Come scegliere un fornitore VPN
Questo è un argomento che ho brevemente accennato nel mio post sul download dei video dalla BBC, ma vorrei estendere un po’ la trattazione. Le esigenze personali possono variare, ma gli aspetti che vi consiglio di valutare sono:
- Disponibilità di paesi → Di più è meglio, sostanzialmente. Diciamo che un numero tra 25 e 50 va bene, ovviamente verificate che ci siano quelli “principali” che molti utilizzano: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi. Meglio se vi danno anche un server in Italia, perché potreste voler navigare in sicurezza ma guardare i video della Rai, ed eventualmente scaricarli anche quando siete all’estero.
- Numero di dispositivi collegabili → Fidatevi, non volete comprare un servizio per poi rendervi conto che vi permette di collegare solo 1 o 2 dispositivi alla volta. Contando che in famiglia potreste avere un paio di PC e un paio di smartphone, 5 è il numero minimo a cui puntare. Se vi offrono meno, guardate altrove.
- Supporto OpenVPN → Non voglio scendere nei dettagli tecnici, ma non tutti i tipi di crittografia sono ugualmente sicuri. PPTP non è granché sicuro e va evitato. OpenVPN è uno standard aperto e finora si è rivelato molto valido. Per fortuna molti fornitori offrono sia OpenVPN che altre possibilità.
- Politica di logging → Verificate le condizioni sulla privacy del fornitore e controllate che garantiscano una zero logging policy (politica di registrazione nulla).
- Sede legale dell’azienda → Io francamente eviterei provider americani. Certo, ce ne sono anche alcuni che lavorano bene… però sono sempre sottoposti alle leggi statunitensi, dove l’intercettazione non solo è praticamente sempre legale ma è anche una prassi standard. Provider di paesi europei (specialmente nordici), australiani o di Hong Kong in genere vanno bene.
- Costo → Sarà scontato dirlo, ma se confrontate diversi provider guardate anche il prezzo. Quasi tutti richiedono un pagamento mensile (pochi euro, tra i 5 e i 10 solitamente) o annuale. Però spesso in rete si trovano offerte che consentono di pagare una volta sola. 🙂
Perché non quelle gratuite? Semplice, sono utili per usi sporadici, per esempio guardarsi un video su un sito americano ogni tanto, ma offrono pochi server, una scarsa velocità e assolutamente nessuna assistenza se qualcosa non va. Solitamente poi loggano tutto il vostro traffico.
A loro il servizio VPN costa tempo e denaro, se per voi è gratis significa che da qualche parte i soldi li devono recuperare… Meglio evitare di chiedersi come e pagare qualcosa di valido. Poi, come vedremo tra poco, si può spendere davvero poco e avere un servizio di qualità che comunque tuteli la privacy.
Riguardo alle offerte, se volete vi segnalo quelle che ho linkato anche nell’altro post, e che personalmente trovo valide e affidabili, con un account a vita davvero conveniente:
- VPNSecure per 35$: È quella che uso più spesso e posso testimoniare sulla qualità dei server, la prontezza del supporto tecnico e il fatto che offra 5 dispositivi collegabili in contemporanea. Sede legale: Australia.
- Ivacy per 40$: Offre una rosa di server niente male e il prezzo è piuttosto competitivo. Consente l’uso di 5 dispositivi contemporaneamente. Sede legale: Singapore.
- KeepSolid VPN per 40$: Va tenuto presente che l’azienda ha una sede negli USA e consente 5 dispositivi in contemporanea, che però vanno “linkati”. Sede legale: Ucraina.
- FastestVPN per 40$: Ha server in una ventina di nazioni diverse e fornisce accesso a ben 10 dispositivi in contemporanea. Sede legale: Isole Cayman.
- RealVPN per 20$: Una soluzione un po’ più basilare e economica, con 5 dispositivi in contemporanea. Sede legale: Estonia.
In pratica si paga circa il costo di un solo anno di abbonamento, solo che dura per sempre (o per 20-30 anni, verificate le singole offerte). Chiaramente non siete obbligati a scegliere queste, sono solo spunti per iniziare.
Valutate secondo la vostra coscienza qual è il provider migliore, verificando online anche altre fonti e altri pareri. Ricordate che scegliere una VPN significa affidare le proprie connessioni a un altro provider oltre a quello che fornisce l’ADSL o il collegamento wireless. È una questione di fiducia, perciò scegliete ciò che ritenete più giusto.
Una volta comprata, rimane la domanda su quale paese usare come nodo di uscita. Posto che per siti particolari non c’è scelta (BBC significa Regno Unito, Hulu significa USA, France 3 significa Francia, eccetera) in genere la normale navigazione la farete sempre dallo stesso server.
Per una navigazione “normale” evitate server negli Stati Uniti. Vari paesi possono essere buone scelte. Per quanto riguarda quelli europei, sarebbero da preferire:
- Paesi Bassi, praticamente l’unico paese UE senza data retention attualmente (Gennaio 2016)
- Svezia, una tra le nazioni con le migliori norme sulla privacy in tutta l’UE
- Islanda, non fa parte dell’UE e ha ottime leggi sulla privacy
- Lussemburgo e Romania, sono altri due paesi che vengono spesso consigliati da moltissimi provider VPN
Maggiori dettagli su questo argomento li trovate in questo articolo del sito BestVPN.
Come collegarsi alla VPN
Generalmente, molti provider offrono una app per smartphone che consente un accesso facile dai dispositivi mobili. Qualora così non fosse, è comunque possibile configurare OpenVPN for Android in modo simile a quanto si fa con un PC. Io uso questo client anche se il mio provider fornisce la propria app, lo preferisco.
Riguardo ai computer, è bene sottolineare come gli utenti che ci tengono alla propria privacy dovrebbero indubbiamente usare Linux. È un po’ un controsenso usare le VPN se poi ci pensa Windows a spedire tutti gli affari propri a Microsoft. OS X Yosemite fa qualcosa di simile, e comunque la sicurezza è una delle ragioni per cui Linux è meglio di altri sistemi operativi.
Insomma, fate come volete… ma rifletteteci. 😉
Sulle più diffuse distribuzioni Linux in genere c’è un programma chiamato Network Manager, che è l’icona da cui ci si collega alle reti wireless o cablate. È possibile installare un plug-in per configurare con facilità la rete in modo grafico. Su Ubuntu e derivate si installa con il comando:
sudo apt-get install network-manager-openvpn
Il provider VPN in genere fornisce un archivio ZIP con dentro tanti file di configurazione OpenVPN, uno per paese. Ci sarà poi un certificato crittografico e delle chiavi.
Quello che dovete fare è semplicemente aprire il client OpenVPN e importare il file di configurazione (inserendo la password se richiesto). Da Network Manager si fa cliccando su:
[Icona NM] → Modifica connessioni → Aggiungi → Importa configurazione VPN salvata…
Questo passaggio va ripetuto per ogni server che si intende utilizzare, ma solo la prima volta. Le successive, la configurazione sarà già memorizzata nel proprio client e basterà un solo click per connettersi. Per esempio, ecco la lista di server che ho importato nel mio Network Manager:

A questo punto è sostanzialmente fatta, perché possiamo navigare sapendo che le nostre connessioni avvengono attraverso la VPN in modo criptato, anche se ci troviamo in un bar con il Wi-Fi aperto! 😀
C’è però un piccolo dettaglio che bisogna tenere a mente se si usa Network Manager, ovvero il DNS leak. Pertanto, se usate questo programma per collegarvi al vostro servizio VPN, leggete questo mio articolo per saperne di più su come sistemare il problema.
Buona navigazione, sicura e privata!