Con i feed di Blogger, Feed Sifter batte Yahoo! Pipes

Se devo essere sincero, non so dire se si tratti di un caso isolato, fatto sta che mi sono trovato di fronte a dover risolvere un problemino della piattaforma Blogger. Ho deciso di iscrivermi tramite RSS al blog di Innovatel. Tuttavia (in tutta sincerità) devo dire che non sono appassionato di ciclismo, pertanto quella parte di post non suscitava il mio interesse. 😛

Ho deciso di sottoscrivere pertanto solo la categoria Linux, e nel caso non ci fossero state le categorie, il tag omonimo. In WordPress, fare una cosa del genere è semplicissimo, basta modificare l’indirizzo del blog in questo modo: https://andrealazzarotto.com/tag/linux/feed/

Né più né meno. Invece per Blogger non sono riuscito a fare una cosa del genere. Ho deciso quindi di utilizzare Yahoo! Pipes, uno strumento molto potente e versatile per manipolare i feed RSS in modo miratissimo. Ha anche una interfaccia semplice (anche se all’inizio può confondere). Il problema però si è presentato qui. Non so per quale motivo, Pipes non riusciva a filtrare il feed correttamente.  Neppure il feed Feedburner del blog migliorava le cose (forse non era attivo l’ottimizzatore di compatibilità?).

Stanco di essere lì a tirare fuori box, cambiare parametri, collegare, scollegare, spostare… Ho deciso di cercare una alternativa. L’ho trovata in Feed Sifter!

Semplicissimo e senza registrazione, ho inserito le parole che obbligatoriamente ci dovevano essere nel post (ogni riga è un filtro indipendente, basta che uno sia soddisfatto). Così ora ho l’indirizzo del feed filtrato. Sono contento! Posso seguire i post di Innovatel riguardanti l’argomento che preferisco, e tutto in modo semplice semplice. 🙂

Ah… ovviamente lo ringrazio perché ho usato il suo feed per fare questo articolo. 😉

Gimp 2.8 probabilmente conterrà i livelli vettoriali

Comincio ad adorare Twitter. Oggi leggendo il feed generato dall’hashtag #gimp sono venuto a sapere che dei programmatori stanno lavorando all’implementazione di livelli vettoriali avanzati per Gimp. Ciò significa che il nostro amato volpino potrà avere dei livelli generati da punti e linee, quindi forme geometriche (anche curve, naturalmente), modificabili in qualsiasi momento.

Quasi svengo dall'emozione
Quasi svengo dall’emozione

Si tratta di una gran comodità indubbiamente. La pagina dove ne parlano i diretti interessati (con molti dettagli interessanti) è reperibile qui. A mio parere è particolarmente interessante il PDF con il concept dell’interfaccia. 😮 Mi auguro che tutto ciò possa prendere vita al più presto, e soprattutto spero che questo accada in tempo per Gimp 2.8.

Per quanto riguarda le idee degli utenti sull’interfaccia di Gimp, potete dare una occhiata anche al brainstorm visuale per molte altre cose. 😉

Wiki per la realizzazione del vademecum sul software libero

L’anno scorso il mio LUG ha realizzato la prima versione del vademecum su Linux e sul software libero. Si tratta di un manualetto che è stato distribuito (lo ricordo con molto piacere) anche ai miei coetanei che frequentano il liceo scientifico vicino al mio ITIS. È bello vedere i ragazzi interessati alla tecnologia sana. In concreto, questo libretto in formato A6, deve contenere una descrizione dei migliori/più famosi software liberi dedicati alle più svariate esigenze dell’utente comune.

Il tutto deve essere nell’ottica di usare un linguaggio chiaro e semplice per permettere la conoscenza dei concetti fondamentali anche ai meno avvezzi alla tecnologia. Recentemente Luca Menini, il grande personaggio che cura la coordinazione del progetto, ha inviato nella nostra mailing list un messaggio in cui chiedeva collaborazione.

Per il linuxday di quest’anno, stiamo lavorando, assieme al LUG di Fabriano e altri, ad un aggiornamento del vademecum realizzato nel 2008 dal nostro LUG.

Se volete vedere il testo e collaborare alla stesura, consultate il wiki: http://pdp.linux.it/wiki/index.php/Realizzazione_vademecum_Linux_Day_2009
Le regole sono:

  • la scrittura e’ collaborativa con le regole di un wiki;
  • deve capire anche mia nonna;
  • e’ rivolto a chi non conosce il software libero e serve a var venir voglia di provarlo;
  • deve essere contenuto in 16 pagine formato A6.

Il resto lo potete leggere seguendo il link.

poiche’ noi siamo in “nonni” del vademecum, e’ importante il nostro contributo.
Vi aspetto…

Mi sono già premurato di “rompere le scatole” a chi di dovere per alcune correzioni e/o aggiunte che mi venivano in mente, in particolare sapete che ho un debole per GIMP e la grafica libera in generale. Vi ho voluto girare questo messaggio perché spero vivamente che contribuiscano quante più persone possibili. La cosa fantastica è che è molto importante soprattutto il parere dei semplici appassionati di software libero, non quello dei grandi esperti.

Se non ho capito male questo vademecum verrà distribuito da ILS capillarmente attraverso i vari LUG sparsi per l’Italia… e avete l’occasione di aver partecipato anche voi! 😀

Impostare un account QQ in Pidgin

Per chi non lo conoscesse, QQ è il più popolare protocollo di messaggistica utilizzato in Cina. Se, come me, avete amici cinesi, si rivela utilissimo.

Se non possedete un account, iscrivetevi qui. Vi consiglio caldamente di registrarvi con l’indirizzo email, in questo modo i vostri amici vi possono aggiungere anche con quello, oltre al numero QQ che vi sarà comunque assegnato. Io dopo aver creato l’account ho subito voluto usarlo con Pidgin. Sono andato avanti qualche giorno ed ho riscontrato essenzialmente questi problemi:

  • disconnessioni continue e casuali
  • l’account veniva disabilitato in continuazione dagli stretti controlli antispam di QQ e dovevo andare in una pagina scritta in cinese a inserire un captcha

Non esattamente il massimo della comodità. Alla fine ho capito quali sono le impostazioni che permettono di avere una esperienza pressoché perfetta con il nostro amato client, che vi ricordo essere lo “stato dell’arte”. 😉 Nella finestra di creazione/modifica dell’account, va impostato quanto segue:

Generale:

  • Protocollo: QQ
  • Nome utente: il vostro numero QQ
  • Password: la vostra password
  • Tutto il resto: a vostra discrezione

Avanzate:

  • Select server: Auto
  • Versione del client: QQ2007 (importante!)
  • Tutto il resto: come già impostato

Vi ricordo che QQ non è del tutto integrato in Pidgin, per cui per certe funzioni (tipo il cambio avatar, se non vado errato) dovrete rivolgervi al menù specifico sotto Account. Felici conversazioni a tutti!

Cambiare l’usplash e avere la TTY a risoluzione piena

Mi piace configurare ogni dettaglio della distribuzione. Ho cercato quindi dopo avere installato Ubuntu, come cambiare l’usplash (cioè il caricamento in fase di boot) e come impostare le TTY (cioè le console virtuali raggiungibili con i tasti Ctrl+Alt+F[1-6]) perché avessero la risoluzione del mio monitor (un amplissimo 1680×1050). Se volete sapere come fare, continuate a leggere.

Cambiare l’usplash e impostarne la risoluzione

Una cosa per volta. Usplash è ciò che rappresenta graficamente il boot in moltissime distribuzioni Linux (compresa Ubuntu). Non è la tecnologia migliore, infatti pare Ubuntu cambierà nella versione 9.10 (o 10.4) seguendo le orme di Fedora. In ogni caso per ora funziona ed è bella la possibilità di cambiarne l’aspetto. Oltre a ciò, si può anche impostarne la risoluzione (che quasi sempre non è corretta, viene tenuta a 1024×768 o 800×600 per questioni di compatibilità).

La prima cosa da fare è procurarsi un bel tema usplash. Su GNOME Look ce ne sono moltissimi (basta cercare il termine usplash), e bisogna assicurarsi che il tema supporti la risoluzione che vogliamo, in caso contrario dovremmo usarlo ad una risoluzione inferiore. Io ho scelto Hardy Colors usplash che fornisce temi in colorazioni differenti. In generale comunque un tema usplash viene distribuito come una libreria in formato .so. Per l’esempio, userò il tema human-ubuntu.so presente nell’archivio di cui sopra.

Da terminale, una volta entrati nella cartella che lo contiene, provvedete a copiarlo dove deve andare:

sudo cp human-ubuntu.so /usr/lib/usplash

Ora dovete creare il nuovo collegamento allo splash screen. Pertanto il comando da dare sarà:

sudo ln -sf /usr/lib/usplash/human-ubuntu.so /etc/alternatives/usplash-artwork.so

Prima di terminare, modificate il file responsabile della risoluzione del vostro usplash:

sudo nano /etc/usplash.conf

Inserite i valori appropriati (la vostra risoluzione, o quella supportata dal tema) e poi premete F2, Invio, F3. Non resta altro che aggiornare l’initramfs:

sudo update-initramfs -u

Impostare la risoluzione delle TTY

Per ricavare le informazioni utili che adopererete, dovrete installare il pacchetto hwinfo. Fatelo col gestore di pacchetti. Nel terminale date quindi il comando:

sudo hwinfo --framebuffer

Tra le ultime righe c’è quello che interessa, in particolare nel mio caso:

Mode 0x0368: 1680x1050 (+1680), 8 bits
Mode 0x0369: 1680x1050 (+6720), 24 bits

Ricordate che se il vostro è un monitor economico (molti di quelli nei portatili lo sono) allora non avrete la possibilità di impostare la piena risoluzione che usate. Potete sceglierne comunque una maggiore di quella che state usando in quel momento per le TTY. Io ho la possibilità di ottenere la risoluzione 1680×1050 a 24 bit usando la modalità 0x0369. Mi segno pertanto il numero, dimenticandomi dello zero dopo la x. Ciò che mi serve pertanto è 0x369. Voi segnate il vostro numero e poi modificate il file di avvio di GRUB:

sudo nano /boot/grub/menu.lst

Cercate la riga delle kopt, probabilmente sarà simile alla seguente:

# kopt=root=UUID=********-****-****-****-************ ro

Voi limitatevi ad aggiungere in fondo il parametro vga come segue, sostituendo naturalmente il valore trovato (ricordate che è tutto su una riga):

# kopt=root=UUID=********-****-****-****-************ ro vga=0x369

Ora l’ultima cosa da fare è aggiornare GRUB:

sudo update-grub

Per ora è tutto. Dal prossimo avvio della macchina (lo spegnimento potrebbe vedersi male, tranquilli) sarà tutto perfetto. Godetevi il vostro boot a tema ed a risoluzione piena, e la vostra nuova immensa console. 🙂

Fonti e spunti:

UniformUI is the definitive way to integrate Qt and KDE apps in the GNOME desktop

I’ve been working on this script for a while, and now with the second version I think I’m pretty close to perfection. 😛 I’ve always wanted to find a software which could let me have a nice integration between different kind of applications on Ubuntu. My favorite distribution is based on GNOME, which uses GTK+ libraries to render GUI components.

It was already possible for KDE users to render GTK+ controls as native Qt ones. But not vice-versa. You could obviously already find and configure similar styles for Qt and KDE imitating your Clearlooks, Human, or whatever theme. This is a very boring process. You have to install various configuration tools (two for qt and two for KDE) and then set every single color by hand, and also the fonts of course.

My first version of this script (italian article here) was able to configure automatically every settings file (Qt 3, Qt 4, KDE 3, KDE 4) perfectly under Ubuntu 8.10. Now thanks to QGtkStyle too, it’s possible to get an even more integrated environment. You can get a native rendering of qt4 and KDE 4 controls as they were GTK+. That’s great. There is still the problem that you need to adjust Qt 3 and KDE 3 look.

UniformUI version 2 does the trick. 😀 First of all it scans your GNOME settings searching for the colors you’re using, the fonts, and the cursor theme. Then it starts building configuration files. The first is the qt3 one. If you don’t have QtCurve for KDE 3 installed on your system, the script will download it for you and manually unpack it from an Ubuntu package (it should work on every distribution by the way). After that, the KDE 3 configuration file is created.

Finally, it assures that Qt 4 and KDE 4 apps use the native GTK+ style. The only action you have to perform is starting the script in a terminal and typing your password when prompted. This is the default system mode. If you want to run in user mode, then you just have to start the script with the -u switch. In this mode every part of the configuration (even those useful and suitable for everyone) is written in you user directory. The only action performed as root is the installation of QtCurve.

Here’s a brief overview of two apps (one using GTK+ and one using Qt 3) after setting a theme in GNOME and executing UniformUI:

Pretty good, uh?
Pretty good, uh?

Here's another one, with different fonts
Here’s another one, with different fonts

Download it here.

Warning: at this moment the script runs only and exclusively on Ubuntu 9.04 Jaunty Jackalope. Do not try to run it on other versions of Ubuntu.

The script should work with almost every GNOME theme, cursor theme, and font selection. I’ve tested it on Ubuntu 9.04 but it should work in every distribution (just be sure you’ve installed QGtkStyle). If you are encountering problems related to finding the colors, check if your theme supports them, and then try to change a little one of the colors and then bring it back to what it was (manually, don’t use the restore to defaults function). Finally run the script again, it should be fine.

Remember you need to run this script every time you change theme in GNOME. But it’s not such a difficult task.

If you have any suggestions, questions, messages, or anything else… just leave a comment here. I would be delighted if you could tell me whether it is good and suitable to your tastes or not after you’ve given it a try. Thanks.

Update: thanks to Nickholas for correcting my English grammar.

UniformUI versione 2, ottimizzato per Ubuntu 9.04

Ho finalmente trovato il tempo di aggiornare il mio script (viva le vacanze) e perciò sono molto orgoglioso di presentarvi la nuova versione. Per chi non sapesse cos’è UniformUI, ricordo che è uno script che permette di integrare in modo del tutto automatico l’aspetto dei programmi Qt 3, Qt 4, KDE 3 e KDE 4 all’interno di un desktop GNOME (in particolare Ubuntu, ma con pochi accorgimenti funziona su qualsiasi distro). Leggete qui la presentazione.

Provate questa versione solo ed esclusivamente su Ubuntu 9.04.

Questa revisione include le seguenti nuove caratteristiche:

  • versione funzionante ed ottimizzata per Ubuntu 9.04
  • richiede la presenza del motore di temi QGtkStyle
  • fornisce un aspetto assolutamente nativo per le applicazioni Qt 4 e KDE 4
  • aggiunto il supporto per i font: ora le applicazioni hanno gli stessi caratteri dei programmi GNOME
  • due modalità di funzionamento: user mode e system mode

Per quanto riguarda le due modalità, quella predefinita è la system mode. Ciò significa che cambierà lo stile in modo che per tutti gli utenti sia almeno sufficientemente integrato. Questo non vale per i colori naturalmente, perché ogni utente può usare un tema con colori diversi perciò sarebbe inutile. La scelta migliore è che ogni utente esegua lo script in system mode ogni volta che cambia tema.

Per agire in user mode bisogna passare l’opzione -u allo script. Ciò ha come inconveniente, tra l’altro, che lo stile dei widget delle applicazioni KDE 3 non viene cambiato, ma è comunque una cosa di poco conto (però irrisolvibile).

Potete scaricare lo script da qui. Provatelo e fatemi sapere che cosa ne pensate. 😉

Aggiornamento 14/06/2009: corretto un bug per cui in caso di font con stili (tipo grassetto e corsivo), i caratteri rimanevano uguali. Ora gli stili vengono ignorati e il font viene impostato correttamente.

Pulire veramente i file lasciati da Wine

Se vi è mai successo di provare delle applicazioni con Wine, magari per curiosità, oppure per la soddisfazione di mostrare a qualcuno che Linux esegue anche software di Windows, vi siete sicuramente lasciati alle spalle un po’ di file sparsi nell’hard disk. Probabilmente avrete pensato che è sufficiente rimuovere la directory di Wine per riportare tutto al punto di partenza… Ad essere sinceri lo pensavo anche io inizialmente. Poi però è bastato guardare un po’ in giro per la mia directory home per convincermi del contrario.

Purtroppo l’integrazione col desktop si paga… E quindi, se si è costretti ad usare programmi Windows (un esempio banale: l’utente ha dei file in un formato proprietario che vanno convertiti prima di migrarlo al software open source equivalente) si rischia di lasciare tracce assolutamente fastidiose, non tanto perché le vediamo; ma perché sono lì.

Pertanto, questa è la sequenza di comandi che vi permetterà di eliminare tutto ciò che ha lasciato Wine quando ha installato i programmi. Ciò significa che eliminerà anche i programmi che avete dentro al vostro disco virtuale di Wine. Tutto insomma. 🙂

rm -rf ~/.config/menus/applications-merged/wine-*
rm -rf ~/.local/share/applications/wine*
find ~/.local/share/icons/ -name "*wine*" | xargs rm -rf
find ~/.local/share/icons/ -name "????_*" | xargs rm -rf
rm -rf ~/.local/share/desktop-directories/wine-*
rm -rf ~/.wine*

Se non siete sicuri, controllate il contenuto delle suddette locazioni prima di procedere.

Risolto il problema di crackling di Pulseaudio col controllo PCM

Come ricorderete al tempo in cui avevo scritto la guida per l’installazione di Ubuntu sul mio Dell XPS M1530, ero stato molto preciso nel consigliare le impostazioni per il volume. Riporto qui quanto avevo scritto:

Le impostazioni dell’audio non sono ottimali. È il caso di cliccare col destro sull’applet del volume e selezionare “Apri regolazione volume”. Impostare il canale principale al massimo ed il PCM a circa 4/5. A questo punto un altro clic destro sull’applet e si vanno ad aprire le preferenze. Selezionate come canale di default il PCM. Andate su Sistema > Preferenze > Audio e su “Tracce predefinite del mixer” selezionate sempre il PCM.

Questo aveva permesso (e permette tuttora) di avere una regolazione del volume accurata e lineare. Infatti, regolandolo tenendo sempre al massimo il PCM e muovendo lo slider Principale, avremo un suono pressoché silenzioso fino a che non vengono superati i 3/4 della barra. Avere una barra per il 75% inutilizzata a me non piace, e non lo trovo sensato.

Purtroppo, la finezza dell’uso del PCM ha un risvolto grave.

Colpevole od innocente?
Colpevole od innocente?

Se devo essere sincero non ho la certezza che ciò sia legato a PulseAudio, ma a quanto pare non sono il solo a pensarlo. 🙂 Il fatto è che quando si mette muto il controllo e il sistema tenta di riprodurre un suono, tutto ciò che si ottiene è un fastidiosissimo sfregolio sulle casse. Un cosiddetto crackling che è veramente fastidioso ed inopportuno. Il colpevole è sicuramente il controllo PCM. Infatti, tornando alla configurazione originaria, ciò non accade. Mi sono chiesto quindi se ci fosse un altro modo di avere una regolazione del volume lineare, ma che non risentisse di questo problema.

Alla fine sono riuscito a trovarla. Ora vado a regolare direttamente il Master del dispositivo PulseAudio, così sono a posto. Ho aggiornato il mio precedente post, vi riporto qui quanto ho scritto:

Le impostazioni dell’audio non sono ottimali. È il caso di cliccare col destro sull’applet del volume e selezionare “Apri regolazione volume”. Impostare il canale principale al massimo, così come il PCM. Ora bisogna scegliere come dispositivo “Playback: HDA Intel – STAC92xx Analog (PulseAudio Mixer)”. Il master va messo al 50% per ora. A questo punto un altro clic destro sull’applet e si vanno ad aprire le preferenze. Selezionate come canale di default il Master del dispositivo precedentemente detto. Andate su Sistema > Preferenze > Audio e su “Tracce predefinite del mixer” selezionate sempre tale Master.

Fatemi sapere come vi trovate. 😉

Compressione di un PDF con minima perdita di qualità

Forse non ve ne ho mai parlato, ma adoro ImageMagick. Tuttavia, mi è capitato di recente di dover creare un pdf di immagini, con il classico comando convert.

convert *.jpg output.pdf

Le immagini che ho usato erano un gruppo di 36 foto in formato JPEG, alla risoluzione di 2126×1594 pixel. La loro dimensione complessiva era di 15,6 MB. Il PDF che è risultato aveva la dimensione di ben… 189,2 MB! 😮

Sono rimasto subito (penso giustamente) sconcertato. Normale che il documento unico debba essere più grande della somma delle dimensioni, in fin dei conti ci sono sempre i dati riguardanti l’impaginazione, ed altro. Però 12 volte tanto è un po’ troppo. Girovagando per la rete ho trovato questo post che spiegava un metodo utilizzando pdftk. Se non l’avete, installatelo tramite la solita procedura:

sudo apt-get install pdftk

Ora è il momento di agire sul nostro file PDF:

pdftops output.pdf tmp.ps
ps2pdf tmp.ps compresso.pdf
rm tmp.ps

Il risultato così ottenuto avrà la dimensione di… 10,3 MB! Bene, proprio ciò che volevo. Così le immagini sono leggermente compresse, per cui aspettatevi una piccola perdita di qualità. Tuttavia ne è valsa la pena. Sicuramente, utilizzando le opzioni fornite dal comando, è possibile calibrare con attenzione ciò che si vuole ottenere. Per me è sufficiente così. 🙂

Naturalmente ricordate che la differenza di dimensione tra prima e dopo si noterà molto se avete svariate foto, se invece il vostro PDF è quasi solo testuale, sarà sicuramente minore.

Aggiornamento 04/08/2011: ho cambiato il comando per convertire in PS. Ne esistono due simili, ma questo funziona meglio.