Firefox 3.5 su Ubuntu: la risposta è Ubuntuzilla

Inizialmente avevo deciso di mantenere Firefox alla versione fornita ufficialmente da Ubuntu, ovvero la 3.0. Il fatto che nuove versioni non vengano inserite dopo il rilascio ufficiale della distribuzione dipende dal code freeze, che in generale è una buona cosa per la stabilità, anche se a mio parere va bene per moltissime cose, ma per Firefox dovrebbero pensarci su un attimo. :\

Ad ogni modo, ho in seguito cambiato idea e deciso che volevo avere anch’io Firefox 3.5. Questo principalmente per la valanga di nuove funzionalità ed ottimizzazioni che il browser ha subito, le più importanti sono il supporto al tag <video> dell’html 5 e la navigazione anonima, oltre al CSS 3. 🙂 Ho trovato numerose guide in giro per la rete, e finora quelle che ho letto mi hanno lasciato basito o addirittura deluso. Infatti, pur vantando una “integrazione nel sistema” e l’installazione di “Firefox, non Shiretoko” finivano con l’effettuare quasi tutte le operazioni manualmente, senza alcun controllo preciso, e poi installavano versioni quali Shiretoko (ma non avevano detto di no?) o Minefield, cioè le varie versioni di sviluppo del browser, non quelle finali.

È anche vero però che affinché non ci siano problemi con Ubuntu è il caso che il sistema continui a pensare di avere installati i pacchetti di Firefox 3.0. Per questi motivi il procedimento non si integrerà col sistema, però sarà comunque quasi del tutto automatico, a parte i piccoli accorgimenti che prenderemo (che per la verità si potrebbero anche non fare, è solo per essere “perfettini”).

Il pacchetto che ci aiuterà in tutto il procedimento si chiama Ubuntuzilla.

Ottimo OS + ottimo browser = navigazione favolosa
Ottimo OS + ottimo browser = navigazione favolosa

Questo procedimento ci garantirà nel modo più assoluto di avere installato Firefox 3.5 all’ultima versione ufficiale dal sito di Mozilla. Non ci saranno trucchetti che richiedono di aggiornare le lingue, modificare il nome del software, o altro. Scaricate subito il pacchetto Debian dal sito di Ubuntuzilla e installatelo. Non noterete nessuna applicazione nuova nel menu, tranquilli, è normale. Ora è il momento di procedere all’installazione. 😉

Aprite un terminale e date il seguente comando:

ubuntuzilla.py -a install -p firefox

E seguite le semplici istruzioni. In particolare, dovrete rispondere affermativamente (y) e poi inserire il numero della lingua (l’italiano dovrebbe essere il 35) e confermarlo. A questo punto lo script si preoccuperà di scaricare l’archivio contenente Firefox 3.5 (di dimensione compresa tra 9 e 10 mb circa) ed installarlo. In seguito, aggiungerà delle chiavi GPG (se non avete mai usato GPG ci metterà probabilmente un minuto, è normale).

Infine vi chiederà se volete inserire un controllo automatico delle nuove versioni. Vi consiglio di accettare questa scelta. Ogni volta che una nuova versione di Firefox sarà disponibile, verrete prontamente notificati, e potrete aggiornarla ripetendo la procedura qui riportata (il sito di Ubuntuzilla consiglia un altro modo, ma l’ho provato e non si comporta per nulla bene, meglio fare una “installazione”, che comunque manterrà tutte le vostre impostazioni).

È il momento delle modifiche manuali. Esiste un bug noto di Firefox 3.5, che indica un crash ogni volta si decide di far partire un video Flash a schermo intero. La soluzione è già stata spiegata dallo stimato Marco Boneff, per cui vi rimando alla sua mini-guida. Badate però che il file da modificare è /usr/bin/firefox e di inserire la riga che lui vi propone subito sotto a quella che recita #set -x, verso l’inizio del file. Questa modifica va fatta ogni volta che installate/aggiornate Firefox con le istruzioni riportate sopra, se utilizzate Flash player.

Dato che abbiamo messo Firefox 3.5, una volta appurato che tutto funzioni (fatelo!), si possono togliere diverse tracce di Firefox 3.0 di Ubuntu. Fate nel terminale:

sudo rm -rf /usr/lib/firefox-3*
 rm -rf ~/.mozilla_backup_*

Questo non toglierà i pacchetti da Synaptic (il sistema deve credere che Firefox sia ancora alla versione 3) e lascerà qualche traccia di Firefox 3, ma almeno avrete liberato un po’ di spazio inutilmente sprecato. 😛

L’ultima cosa da fare è risolvere il problema dell’antialiasing. Vi spiego il fatto: quando cambiate le impostazioni riguardo all’hinting dei font (ovvero come vengono arrotondati) in GNOME, questo salva le impostazioni in Gconf. Ciò significa che tutti i programmi non GNOME, evitano questi parametri. Firefox 3.5 “pesca” le impostazioni da un file di fontconfig nella directory home, che però contiene ancora la direttiva “originale” e non il parametro che avete impostato voi.

A sinistra con hinting pieno, a destra come lo voglio, cioè con hinting leggero
A sinistra con hinting pieno, a destra come lo voglio, cioè con hinting leggero

Le guide che ho trovato online, consigliavano sempre di fare modifiche ai file di sistema, essenzialmente mettendo le mani molto rozzamente, sovrascrivendo file (in modo che anche se uno avesse impostato l’hinting pieno avrebbe avuto quello leggero), insomma pratiche poco pulite che non permetto di fare. Ciò che ho fatto, e che farò fare a voi, è semplicemente inserire il parametro corretto nel vostro file di configurazione. procedete quindi ad aprirlo (se il file risulta vuoto vedete la nota in fondo all’articolo*):

gedit ~/.fonts.conf

A questo punto individuate il blocco relativo all’hinting:

 <match target="font" >
 <edit mode="assign" name="hintstyle" >
 <const>hintfull</const>
 </edit>
 </match>

Come potete notare, il parametro da modificare è hintfull. Controllate nelle impostazioni di GNOME il tipo di hinting che volete, i valori corrispondenti da inserire sono i seguenti:

  • Nessuna: inserite false nel valore booleano della sezione precedente
  • Leggera: hintslight
  • Media: hintmedium
  • Completa: hintfull

Salvate e poi chiudete Firefox. Fatelo ripartire e vedrete che sarà tutto a posto, senza aver truccato nessun file di sistema. 🙂 Questo avrà anche l’effetto collaterale di funzionare su altre applicazioni non GNOME in cui prima magari notavamo la differenza di hinting. Ottimo!

Come potete vedere questo è un metodo praticamente automatico (le modifiche manuali non sono obbligatorie, diciamo solo che migliorano le cose) e soprattutto non ci distrugge la “coerenza” delle impostazioni dei font nel nostro sistema. Se riscontrate qualche difficoltà chiedete pure senza indugio. Spero che la guida vi sia stata utile.


Nel caso in cui il vostro file di configurazione risulti vuoto, in quanto non presente, incollateci dentro il contenuto di questo file di esempio:

<?xml version='1.0'?>
<!DOCTYPE fontconfig SYSTEM 'fonts.dtd'>
<fontconfig>
    <match target="font">
        <edit mode="assign" name="rgba">
            <const>none</const>
        </edit>
    </match>
    <match target="font">
        <edit mode="assign" name="hinting">
            <bool>true</bool>
        </edit>
    </match>
    <match target="font">
        <edit mode="assign" name="hintstyle">
            <const>hintslight</const>
        </edit>
    </match>
    <match target="font">
        <edit mode="assign" name="antialias">
            <bool>true</bool>
        </edit>
    </match>
</fontconfig>

OpenShot cerca traduttori

OpenShot è la novità nella scena degli editor video su Linux. Nato e mantenuto praticamente da un solo sviluppatore, in poco tempo ha guadagnato moltissime feature di tutto rispetto che probabilmente lo rendono uno dei più appetibili (anche se relativamente acerbo). Se volete spaventarvi da quanto è capace di fare, sarà sufficiente che guardiate la pagina degli esempi video.

Purtroppo però non vi consiglio di installarlo per ora. Il procedimento non è per nulla pulito, e per quanto abbia uno script che lo automatizza, fa comunque un sacco di operazioni poco tracciabili e non si integra bene con il sistema. Niente pacchetti debian per ora. Potete comunque seguire il mio feed condiviso su Google Reader, spesso ne segnalo delle notizie.

Nell’attesa che questa mancanza venga risolta, l’autore ha richiesto agli utenti aiuto per la traduzione di tutto il programma. Entusiasta, ho subito cominciato a lavorare in Launchpad per iniziare la traduzione italiana. Tra ieri sera ed oggi ho tradotto il 99% delle stringhe. Insomma, quasi tutto il lavoro è fatto. Tuttavia sarebbe auspicabile che qualcuno desse una controllatina a quello che ho fatto, ed eventualmente migliorasse il tutto. È sufficiente avere un account Launchpad, la pagina di traduzione è qui.

Naturalmente se parlate altre lingue è un’ottima cosa e potete contribuire a più traduzioni! 🙂

Con i feed di Blogger, Feed Sifter batte Yahoo! Pipes

Se devo essere sincero, non so dire se si tratti di un caso isolato, fatto sta che mi sono trovato di fronte a dover risolvere un problemino della piattaforma Blogger. Ho deciso di iscrivermi tramite RSS al blog di Innovatel. Tuttavia (in tutta sincerità) devo dire che non sono appassionato di ciclismo, pertanto quella parte di post non suscitava il mio interesse. 😛

Ho deciso di sottoscrivere pertanto solo la categoria Linux, e nel caso non ci fossero state le categorie, il tag omonimo. In WordPress, fare una cosa del genere è semplicissimo, basta modificare l’indirizzo del blog in questo modo: https://andrealazzarotto.com/tag/linux/feed/

Né più né meno. Invece per Blogger non sono riuscito a fare una cosa del genere. Ho deciso quindi di utilizzare Yahoo! Pipes, uno strumento molto potente e versatile per manipolare i feed RSS in modo miratissimo. Ha anche una interfaccia semplice (anche se all’inizio può confondere). Il problema però si è presentato qui. Non so per quale motivo, Pipes non riusciva a filtrare il feed correttamente.  Neppure il feed Feedburner del blog migliorava le cose (forse non era attivo l’ottimizzatore di compatibilità?).

Stanco di essere lì a tirare fuori box, cambiare parametri, collegare, scollegare, spostare… Ho deciso di cercare una alternativa. L’ho trovata in Feed Sifter!

Semplicissimo e senza registrazione, ho inserito le parole che obbligatoriamente ci dovevano essere nel post (ogni riga è un filtro indipendente, basta che uno sia soddisfatto). Così ora ho l’indirizzo del feed filtrato. Sono contento! Posso seguire i post di Innovatel riguardanti l’argomento che preferisco, e tutto in modo semplice semplice. 🙂

Ah… ovviamente lo ringrazio perché ho usato il suo feed per fare questo articolo. 😉

Gimp 2.8 probabilmente conterrà i livelli vettoriali

Comincio ad adorare Twitter. Oggi leggendo il feed generato dall’hashtag #gimp sono venuto a sapere che dei programmatori stanno lavorando all’implementazione di livelli vettoriali avanzati per Gimp. Ciò significa che il nostro amato volpino potrà avere dei livelli generati da punti e linee, quindi forme geometriche (anche curve, naturalmente), modificabili in qualsiasi momento.

Quasi svengo dall'emozione
Quasi svengo dall’emozione

Si tratta di una gran comodità indubbiamente. La pagina dove ne parlano i diretti interessati (con molti dettagli interessanti) è reperibile qui. A mio parere è particolarmente interessante il PDF con il concept dell’interfaccia. 😮 Mi auguro che tutto ciò possa prendere vita al più presto, e soprattutto spero che questo accada in tempo per Gimp 2.8.

Per quanto riguarda le idee degli utenti sull’interfaccia di Gimp, potete dare una occhiata anche al brainstorm visuale per molte altre cose. 😉

Wiki per la realizzazione del vademecum sul software libero

L’anno scorso il mio LUG ha realizzato la prima versione del vademecum su Linux e sul software libero. Si tratta di un manualetto che è stato distribuito (lo ricordo con molto piacere) anche ai miei coetanei che frequentano il liceo scientifico vicino al mio ITIS. È bello vedere i ragazzi interessati alla tecnologia sana. In concreto, questo libretto in formato A6, deve contenere una descrizione dei migliori/più famosi software liberi dedicati alle più svariate esigenze dell’utente comune.

Il tutto deve essere nell’ottica di usare un linguaggio chiaro e semplice per permettere la conoscenza dei concetti fondamentali anche ai meno avvezzi alla tecnologia. Recentemente Luca Menini, il grande personaggio che cura la coordinazione del progetto, ha inviato nella nostra mailing list un messaggio in cui chiedeva collaborazione.

Per il linuxday di quest’anno, stiamo lavorando, assieme al LUG di Fabriano e altri, ad un aggiornamento del vademecum realizzato nel 2008 dal nostro LUG.

Se volete vedere il testo e collaborare alla stesura, consultate il wiki: http://pdp.linux.it/wiki/index.php/Realizzazione_vademecum_Linux_Day_2009
Le regole sono:

  • la scrittura e’ collaborativa con le regole di un wiki;
  • deve capire anche mia nonna;
  • e’ rivolto a chi non conosce il software libero e serve a var venir voglia di provarlo;
  • deve essere contenuto in 16 pagine formato A6.

Il resto lo potete leggere seguendo il link.

poiche’ noi siamo in “nonni” del vademecum, e’ importante il nostro contributo.
Vi aspetto…

Mi sono già premurato di “rompere le scatole” a chi di dovere per alcune correzioni e/o aggiunte che mi venivano in mente, in particolare sapete che ho un debole per GIMP e la grafica libera in generale. Vi ho voluto girare questo messaggio perché spero vivamente che contribuiscano quante più persone possibili. La cosa fantastica è che è molto importante soprattutto il parere dei semplici appassionati di software libero, non quello dei grandi esperti.

Se non ho capito male questo vademecum verrà distribuito da ILS capillarmente attraverso i vari LUG sparsi per l’Italia… e avete l’occasione di aver partecipato anche voi! 😀

Impostare un account QQ in Pidgin

Per chi non lo conoscesse, QQ è il più popolare protocollo di messaggistica utilizzato in Cina. Se, come me, avete amici cinesi, si rivela utilissimo.

Se non possedete un account, iscrivetevi qui. Vi consiglio caldamente di registrarvi con l’indirizzo email, in questo modo i vostri amici vi possono aggiungere anche con quello, oltre al numero QQ che vi sarà comunque assegnato. Io dopo aver creato l’account ho subito voluto usarlo con Pidgin. Sono andato avanti qualche giorno ed ho riscontrato essenzialmente questi problemi:

  • disconnessioni continue e casuali
  • l’account veniva disabilitato in continuazione dagli stretti controlli antispam di QQ e dovevo andare in una pagina scritta in cinese a inserire un captcha

Non esattamente il massimo della comodità. Alla fine ho capito quali sono le impostazioni che permettono di avere una esperienza pressoché perfetta con il nostro amato client, che vi ricordo essere lo “stato dell’arte”. 😉 Nella finestra di creazione/modifica dell’account, va impostato quanto segue:

Generale:

  • Protocollo: QQ
  • Nome utente: il vostro numero QQ
  • Password: la vostra password
  • Tutto il resto: a vostra discrezione

Avanzate:

  • Select server: Auto
  • Versione del client: QQ2007 (importante!)
  • Tutto il resto: come già impostato

Vi ricordo che QQ non è del tutto integrato in Pidgin, per cui per certe funzioni (tipo il cambio avatar, se non vado errato) dovrete rivolgervi al menù specifico sotto Account. Felici conversazioni a tutti!

Cambiare l’usplash e avere la TTY a risoluzione piena

Mi piace configurare ogni dettaglio della distribuzione. Ho cercato quindi dopo avere installato Ubuntu, come cambiare l’usplash (cioè il caricamento in fase di boot) e come impostare le TTY (cioè le console virtuali raggiungibili con i tasti Ctrl+Alt+F[1-6]) perché avessero la risoluzione del mio monitor (un amplissimo 1680×1050). Se volete sapere come fare, continuate a leggere.

Cambiare l’usplash e impostarne la risoluzione

Una cosa per volta. Usplash è ciò che rappresenta graficamente il boot in moltissime distribuzioni Linux (compresa Ubuntu). Non è la tecnologia migliore, infatti pare Ubuntu cambierà nella versione 9.10 (o 10.4) seguendo le orme di Fedora. In ogni caso per ora funziona ed è bella la possibilità di cambiarne l’aspetto. Oltre a ciò, si può anche impostarne la risoluzione (che quasi sempre non è corretta, viene tenuta a 1024×768 o 800×600 per questioni di compatibilità).

La prima cosa da fare è procurarsi un bel tema usplash. Su GNOME Look ce ne sono moltissimi (basta cercare il termine usplash), e bisogna assicurarsi che il tema supporti la risoluzione che vogliamo, in caso contrario dovremmo usarlo ad una risoluzione inferiore. Io ho scelto Hardy Colors usplash che fornisce temi in colorazioni differenti. In generale comunque un tema usplash viene distribuito come una libreria in formato .so. Per l’esempio, userò il tema human-ubuntu.so presente nell’archivio di cui sopra.

Da terminale, una volta entrati nella cartella che lo contiene, provvedete a copiarlo dove deve andare:

sudo cp human-ubuntu.so /usr/lib/usplash

Ora dovete creare il nuovo collegamento allo splash screen. Pertanto il comando da dare sarà:

sudo ln -sf /usr/lib/usplash/human-ubuntu.so /etc/alternatives/usplash-artwork.so

Prima di terminare, modificate il file responsabile della risoluzione del vostro usplash:

sudo nano /etc/usplash.conf

Inserite i valori appropriati (la vostra risoluzione, o quella supportata dal tema) e poi premete F2, Invio, F3. Non resta altro che aggiornare l’initramfs:

sudo update-initramfs -u

Impostare la risoluzione delle TTY

Per ricavare le informazioni utili che adopererete, dovrete installare il pacchetto hwinfo. Fatelo col gestore di pacchetti. Nel terminale date quindi il comando:

sudo hwinfo --framebuffer

Tra le ultime righe c’è quello che interessa, in particolare nel mio caso:

Mode 0x0368: 1680x1050 (+1680), 8 bits
Mode 0x0369: 1680x1050 (+6720), 24 bits

Ricordate che se il vostro è un monitor economico (molti di quelli nei portatili lo sono) allora non avrete la possibilità di impostare la piena risoluzione che usate. Potete sceglierne comunque una maggiore di quella che state usando in quel momento per le TTY. Io ho la possibilità di ottenere la risoluzione 1680×1050 a 24 bit usando la modalità 0x0369. Mi segno pertanto il numero, dimenticandomi dello zero dopo la x. Ciò che mi serve pertanto è 0x369. Voi segnate il vostro numero e poi modificate il file di avvio di GRUB:

sudo nano /boot/grub/menu.lst

Cercate la riga delle kopt, probabilmente sarà simile alla seguente:

# kopt=root=UUID=********-****-****-****-************ ro

Voi limitatevi ad aggiungere in fondo il parametro vga come segue, sostituendo naturalmente il valore trovato (ricordate che è tutto su una riga):

# kopt=root=UUID=********-****-****-****-************ ro vga=0x369

Ora l’ultima cosa da fare è aggiornare GRUB:

sudo update-grub

Per ora è tutto. Dal prossimo avvio della macchina (lo spegnimento potrebbe vedersi male, tranquilli) sarà tutto perfetto. Godetevi il vostro boot a tema ed a risoluzione piena, e la vostra nuova immensa console. 🙂

Fonti e spunti:

UniformUI is the definitive way to integrate Qt and KDE apps in the GNOME desktop

I’ve been working on this script for a while, and now with the second version I think I’m pretty close to perfection. 😛 I’ve always wanted to find a software which could let me have a nice integration between different kind of applications on Ubuntu. My favorite distribution is based on GNOME, which uses GTK+ libraries to render GUI components.

It was already possible for KDE users to render GTK+ controls as native Qt ones. But not vice-versa. You could obviously already find and configure similar styles for Qt and KDE imitating your Clearlooks, Human, or whatever theme. This is a very boring process. You have to install various configuration tools (two for qt and two for KDE) and then set every single color by hand, and also the fonts of course.

My first version of this script (italian article here) was able to configure automatically every settings file (Qt 3, Qt 4, KDE 3, KDE 4) perfectly under Ubuntu 8.10. Now thanks to QGtkStyle too, it’s possible to get an even more integrated environment. You can get a native rendering of qt4 and KDE 4 controls as they were GTK+. That’s great. There is still the problem that you need to adjust Qt 3 and KDE 3 look.

UniformUI version 2 does the trick. 😀 First of all it scans your GNOME settings searching for the colors you’re using, the fonts, and the cursor theme. Then it starts building configuration files. The first is the qt3 one. If you don’t have QtCurve for KDE 3 installed on your system, the script will download it for you and manually unpack it from an Ubuntu package (it should work on every distribution by the way). After that, the KDE 3 configuration file is created.

Finally, it assures that Qt 4 and KDE 4 apps use the native GTK+ style. The only action you have to perform is starting the script in a terminal and typing your password when prompted. This is the default system mode. If you want to run in user mode, then you just have to start the script with the -u switch. In this mode every part of the configuration (even those useful and suitable for everyone) is written in you user directory. The only action performed as root is the installation of QtCurve.

Here’s a brief overview of two apps (one using GTK+ and one using Qt 3) after setting a theme in GNOME and executing UniformUI:

Pretty good, uh?
Pretty good, uh?

Here's another one, with different fonts
Here’s another one, with different fonts

Download it here.

Warning: at this moment the script runs only and exclusively on Ubuntu 9.04 Jaunty Jackalope. Do not try to run it on other versions of Ubuntu.

The script should work with almost every GNOME theme, cursor theme, and font selection. I’ve tested it on Ubuntu 9.04 but it should work in every distribution (just be sure you’ve installed QGtkStyle). If you are encountering problems related to finding the colors, check if your theme supports them, and then try to change a little one of the colors and then bring it back to what it was (manually, don’t use the restore to defaults function). Finally run the script again, it should be fine.

Remember you need to run this script every time you change theme in GNOME. But it’s not such a difficult task.

If you have any suggestions, questions, messages, or anything else… just leave a comment here. I would be delighted if you could tell me whether it is good and suitable to your tastes or not after you’ve given it a try. Thanks.

Update: thanks to Nickholas for correcting my English grammar.

UniformUI versione 2, ottimizzato per Ubuntu 9.04

Ho finalmente trovato il tempo di aggiornare il mio script (viva le vacanze) e perciò sono molto orgoglioso di presentarvi la nuova versione. Per chi non sapesse cos’è UniformUI, ricordo che è uno script che permette di integrare in modo del tutto automatico l’aspetto dei programmi Qt 3, Qt 4, KDE 3 e KDE 4 all’interno di un desktop GNOME (in particolare Ubuntu, ma con pochi accorgimenti funziona su qualsiasi distro). Leggete qui la presentazione.

Provate questa versione solo ed esclusivamente su Ubuntu 9.04.

Questa revisione include le seguenti nuove caratteristiche:

  • versione funzionante ed ottimizzata per Ubuntu 9.04
  • richiede la presenza del motore di temi QGtkStyle
  • fornisce un aspetto assolutamente nativo per le applicazioni Qt 4 e KDE 4
  • aggiunto il supporto per i font: ora le applicazioni hanno gli stessi caratteri dei programmi GNOME
  • due modalità di funzionamento: user mode e system mode

Per quanto riguarda le due modalità, quella predefinita è la system mode. Ciò significa che cambierà lo stile in modo che per tutti gli utenti sia almeno sufficientemente integrato. Questo non vale per i colori naturalmente, perché ogni utente può usare un tema con colori diversi perciò sarebbe inutile. La scelta migliore è che ogni utente esegua lo script in system mode ogni volta che cambia tema.

Per agire in user mode bisogna passare l’opzione -u allo script. Ciò ha come inconveniente, tra l’altro, che lo stile dei widget delle applicazioni KDE 3 non viene cambiato, ma è comunque una cosa di poco conto (però irrisolvibile).

Potete scaricare lo script da qui. Provatelo e fatemi sapere che cosa ne pensate. 😉

Aggiornamento 14/06/2009: corretto un bug per cui in caso di font con stili (tipo grassetto e corsivo), i caratteri rimanevano uguali. Ora gli stili vengono ignorati e il font viene impostato correttamente.

Pulire veramente i file lasciati da Wine

Se vi è mai successo di provare delle applicazioni con Wine, magari per curiosità, oppure per la soddisfazione di mostrare a qualcuno che Linux esegue anche software di Windows, vi siete sicuramente lasciati alle spalle un po’ di file sparsi nell’hard disk. Probabilmente avrete pensato che è sufficiente rimuovere la directory di Wine per riportare tutto al punto di partenza… Ad essere sinceri lo pensavo anche io inizialmente. Poi però è bastato guardare un po’ in giro per la mia directory home per convincermi del contrario.

Purtroppo l’integrazione col desktop si paga… E quindi, se si è costretti ad usare programmi Windows (un esempio banale: l’utente ha dei file in un formato proprietario che vanno convertiti prima di migrarlo al software open source equivalente) si rischia di lasciare tracce assolutamente fastidiose, non tanto perché le vediamo; ma perché sono lì.

Pertanto, questa è la sequenza di comandi che vi permetterà di eliminare tutto ciò che ha lasciato Wine quando ha installato i programmi. Ciò significa che eliminerà anche i programmi che avete dentro al vostro disco virtuale di Wine. Tutto insomma. 🙂

rm -rf ~/.config/menus/applications-merged/wine-*
rm -rf ~/.local/share/applications/wine*
find ~/.local/share/icons/ -name "*wine*" | xargs rm -rf
find ~/.local/share/icons/ -name "????_*" | xargs rm -rf
rm -rf ~/.local/share/desktop-directories/wine-*
rm -rf ~/.wine*

Se non siete sicuri, controllate il contenuto delle suddette locazioni prima di procedere.