Scrivere documenti con OpenOffice.org – video della serata

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Terza serata del ciclo di incontri culturali sull’informatica e il software libero organizzati dal Gruppo Utenti Gnu/Linux di Vicenzasezione di Bassano del Grappa.

Gli appuntamenti spaziano dal 9 febbraio al 18 maggio 2011 a cadenza bisettimanale.

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Capire come funziona l’università (piccolissima guida di sopravvivenza)

Cercherò di tenere questo articolo breve, ma prima spendo due righe per spiegare come mai ci tengo particolarmente a scriverlo. Sono uno studente del primo anno di informatica a Venezia e ho già avuto modo di parlare di quanto i sistemi di orientamento universitari lascino a desiderare. Essendo fresco di superiori so bene di che parlo, e ricordo quali sono le vere, semplici e pure domande degli aspiranti studenti: so anche che sembrano insormontabili prima, mentre dopo pensi «tutto qua?» e infatti le risposte spesso sono semplici, solo che a nessuno viene in mente di fornirle.

Detto ciò, tutto quello che segue è sperimentato per esperienza diretta ed eventualmente possiamo parlarne nei commenti. Si tratta di una serie di tip corti ma efficaci introdotti da un titoletto e rivolti direttamente ad un potenziale lettore. All’inizio parlo un attimo di qualche suggerimento per scegliere, poi si va dritti al “come funziona”. Via!

Le necessità pratiche

Se hai avuto la rapida impressione che nessuno ne parli hai colto esattamente il punto. Il senso pratico è il tabù principe di tutti coloro che parlano di università: non solo le cosiddette “guide” per aiutare nella scelta, ma anche amici e conoscenti con cui in un modo o nell’altro se ne parla. Be’ tu lascia stare tutta questa gente che crea un falso senso di marionetta dove sei solo un granello di polvere e il mondo ruota tutto intorno ad una università. Le necessità pratiche esistono, per quanto te lo possano negare.

A volte il luogo conta, e può anche avere più peso scegliere un’università vicina a casa che lo stesso tipo di studi dall’altro capo del mondo solo perché fondata più anticamente. Invece guarda un po’ tu potresti anche avere dei motivi per fare il pendolare invece che trasferirti, o altre ragioni per preferire un posto all’altro. Fidati, in qualsiasi luogo tu viva ti faranno credere che per studiare bene devi andare distante, come se tutti i professori nell’università vicina fossero dei pecoroni raccomandati.

In sintesi tieni a mente che tempi, luoghi, costi di trasporto/alloggio e fattori personali influiscono eccome sulla scelta. Ciò vale per tutti, anche se nessuno te lo viene a dire e si crea un falso alone mistico che ti fa sentire spaesato. Perciò se vuoi studiare qualcosa scegli liberamente il posto dove farlo e valuta anche le tue esigenze: ascolta i consigli ma non farti soggiogare.

Studi per soldi?

Questo vale un po’ persino per le superiori, ma all’università è ancora peggio. A volte l’unica cosa che sembra interessare a studenti e genitori che li supportano è il tasso occupazionale dei laureati nel tal settore. Visto quello, la scelta è fatta. Ferma un attimo: non ti interessano anche contenuti e competenze acquisiti alla fine del corso di studi? Ricorda che ti laurei in ciò che (presumibilmente e sperabilmente) sarà poi il tuo lavoro di una vita. Saresti davvero disposto a laurearti in psicologia dei castori se si rivelasse il mestiere più redditizio nel prossimo futuro?

Forse è una mia opinione, ma io no. Non studierei tre o cinque anni una materia orribile secondo i miei gusti solo perché promette un po’ più di lavoro: mi tocca precisarlo sempre ogni volta che dico «studio informatica», visto che tutti si complimentano per la scelta “conveniente”. La cosa più conveniente è studiare ciò che promette seguendo però le tue passioni, perché una persona che lavora con passione è già un passo avanti rispetto agli svogliati. Pensaci.

Iscrizione, lezioni ed esami

Una cosa che mi ha dato particolarmente fastidio all’inizio è stata la sensazione di dovermi iscrivere e iniziare senza sapere praticamente nulla di ciò a cui andavo incontro. Nessuno “di dovere” spiega come funziona effettivamente lo studio all’università, l’unica banalità risaputa è che esistono gli esami e devi organizzarti lo studio da solo perché non ti controllano. Ciò è vero, ma alla fine dei conti, come si svolge l’anno?

Per capire abbastanza bene, puoi cercare sul sito web della tua università il calendario accademico (parolona per dire “periodi in cui si fanno le cose”) e alla fine vedrai che generalmente l’anno è diviso in quattro, secondo il seguente schema. Il disegno è ovviamente semplificato, però spero che renda l’idea.

Basterebbe mezz’ora spesa in Inkscape per triplicare la chiarezza di qualsiasi sito web universitario

Come puoi vedere devi stare tranquillo: i primi mesi sono solo lezioni e non dovrai fare esami. Inoltre le iscrizioni in genere (però meglio verificare) si possono fare fino a ottobre-novembre senza sovrattassa, perciò puoi scegliere con calma e seguire le prime lezioni anche senza essere iscritto, così da renderti conto di come si svolge il tutto.

A riguardo degli orari invece, cerca sulla pagina del tuo corso di laurea le lezioni del primo semestre dell’anno in corso. Certo, ogni anno (anzi ogni semestre) cambiano giorni e orari, però alla fine ti puoi rendere conto all’incirca dei corsi da seguire e il monte ore complessivo. Ovviamente i dati sono scritti nei modi più assurdi possibile, e quasi mai accompagnati da grafica. Un esempio? «Programmazione — il lunedì e giovedì dalle 10:30 alle 12:00», e così per tutte le ore. Vai tu a capire come è fatto l’orario! Per fortuna ho già consigliato un articolo che spiega come usare Google Calendar per crearsi un bell’orario. Alla fine puoi stampare esportando la tabella in PDF, e otterrai qualcosa di simile:

La tabella oraria parziale del mio primo semestre

È chiaro che poi vanno contate anche alcune ore di laboratorio o tutorato (lezioni con uno studente più vecchio) e le ore di viaggio per treno/bus/altro. Nessuno ne terrà conto tranne te, per cui non sorprenderti se proveranno a programmarti lezioni in orari assurdi. Nella maggior parte dei casi per fortuna riuscirai a discuterne umanamente con il docente o il tutor.

Un piccolo glossario

Con l’università diventa divertentissimo catalogare tutti i termini nuovi che si usano, non tanto perché siano particolarmente necessari, ma semplicemente perché “fa stile” (inutile negarlo, dai!). Ecco una piccola tabella comparativa tra il linguaggio scolastico e quello universitario:

La parola del mondo universitario… Corrisponde alla parola del mondo scolastico… Note
Ateneo Scuola Ateneo è semplicemente un sinonimo di università.
Facoltà Tipo di scuola Può essere considerata qualcosa di analogo a “liceo scientifico”, “istituto tecnico industriale”, ecc…
Corso di laurea Specializzazione È come se si parlasse di specializzazioni, ad esempio per un istituto tecnico sarebbero tipo “informatica”, “meccanica”, ecc…
Corsi / insegnamenti Materie La parola “corso” in effetti fa un po’ confusione con il corso di laurea, è un problema risaputo ma nulla di grave.

Ovviamente date le differenze intrinseche tra scuola e università è solo un riferimento comodo per cominciare a parlare la nuova “lingua”.

Il piano di studi

Altra cosa fantastica dell’università è che ti chiedono di compilare il piano di studi circa dopo due-tre mesi dall’iscrizione, quando cioè sei nuovo e nessuno ti ha spiegato come funziona la faccenda. In sostanza si tratta del tuo percorso per cumulare i 180 crediti della laurea (alla fine è come coi punti della benzina, se mi perdoni il paragone stupido, raccogli punti facendo gli esami). Siccome alcuni esami sono a scelta ti viene chiesto di compilare il piano di studi.

Certo, appena entrato non potrai farlo con coscienza, ma non ti crucciare. Fallo a istinto, un po’ come ti viene e aiutandoti magari scegliendo un percorso già “preimpostato”: il piano si può modificare più avanti, se serve, ma almeno intanto hai fatto la compilazione obbligatoria.

Cercare informazioni e tenersi aggiornati

Questa è l’arma a doppio taglio: di per sé l’informazione è garantita in quanto ogni studente ottiene un indirizzo email (oppure due o più, se uno è dell’ateneo e l’altro del dipartimento, ecc…) nel quale la maggior parte dei docenti invia tutte le news utili e la segreteria invia quelle più inutili.

L’altra faccia della medaglia è che per certe cose dovrai tenere d’occhio 4-5 siti diversi dei corsi e dei docenti per eventuali novità. In questo caso o diventi scemo, oppure sfrutti gli RSS. Se ci sono bene, sennò te li puoi costruire con Dapper, Feed43 e Yahoo! Pipes. È una buona occasione per imparare.

Il computer

Di’ la verità, quanto ci pensi ogni volta che ti viene in mente l’università? Wifi, computer in aula, internet a manetta, evvai! In effetti anche io pensavo così, poi è bastato poco per rendersi conto che serve molto meno di quello che pensi. Io adoro il computer, eppure il portatile non l’ho mai portato. Se succederà, sarà per cose utili.

È vero, ci sono alcuni studenti che invece di seguire le lezioni passano giornate intere in aula studio col portatile (difficilmente studiano sempre) oppure direttamente in aula a giocare a qualche MMORPG. Nella realtà il computer all’università non ti serve. Pensaci, hai a disposizione quasi a ogni ora i laboratori nei quali puoi accedere con il tuo account personale per studiare, navigare, provare i programmi (se studi informatica ad esempio). Inoltre se stai su Facebook a lezione è come stare a casa, allora a questo punto risparmiati il treno direttamente.

Per concludere: una buona lettura

Copertina dell’ebook gratuito di Apogeo

Potrei andare avanti e dire tante piccolezze, ma alla fine ti garantisco che tutta la faccenda è meno problematica di quanto possa sembrare: credi davvero che qualcuno sappia in dettaglio tutte le dinamiche burocratiche? O che tutti abbiano mai visto il rettore, o ne conoscano anche solo il nome?

In realtà alle volte basta solo andare un po’ “allo sbaraglio” e in poco tempo tutto comincia a girare, e senza accorgertene hai già finito un semestre e inizi il secondo. L’anno vola molto più che alle superiori. Per altri approfondimenti potresti trovare interessante leggere un libro disponibile gratuitamente sul sito di Apogeo. Si intitola Università: cose da sapere, cose da fare.

Non sono del tutto d’accordo con alcune cose scritte, in particolare ci sono secondo me troppe visioni pessimistiche, a tratti grottesche. Tuttavia dà comunque degli ottimi spunti e molte informazioni utili che vale la pena di leggere. I miei piccoli consigli finiscono qui: buona fortuna!

I vantaggi del software libero – video della serata

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Seconda serata del ciclo di incontri culturali sull’informatica e il software libero organizzati dal Gruppo Utenti Gnu/Linux di Vicenzasezione di Bassano del Grappa.

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Utilizzare il nuovo Readability tramite bookmarklet anche su Android (2.2)

Per chi non lo conoscesse, Readability è uno strumento da utilizzare quando si naviga in internet e ci si imbatte in un sito web dal layout scomodo oppure infestato di banner colorati e lampeggianti da tutte le parti, oppure ancora con font piccolissimi. Una volta premuto un pulsante (o un segnalibro speciale, detto bookmarklet) inizia la “magia” e il contenuto principale della pagina viene portato in centro e reso comodo da leggere, mentre tutto il resto sparisce.

Vi faccio un esempio con un sito che ogni tanto leggo, il ScienceDaily. Le notizie sono interessanti, però il layout è orrendo! Più di metà pagina (in senso verticale) è dedicato a ben due barre laterali con un sacco di link ad altri articoli, e la colonnina da leggere è tutta compressa sulla sinistra (per di più inframezzata da un elenco di altri link). Ecco uno screenshot dell’articolo Mathematical Model for Moving Bottlenecks in Road Traffic:

Estrema scomodità di lettura

La stessa pagina processata da Readability si visualizza all’incirca così (c’è anche una barra laterale che ho ritagliato):

Layout semplice e leggibile

Quella che vedete è l’ultima versione, che è diventata attiva oggi (almeno per quello che ho potuto notare). Prima la funzionalità principale (cioè quella di leggere bene le pagine, appunto) era semplicemente attivata da un bookmarklet che si salvava nei segnalibri del browser (io per comodità lo tengo proprio nel menu segnalibri). Uno strumento che ha funzionalità analoghe è Notforest, il quale però elimina sempre tutte le immagini. A seconda dei casi uno può essere migliore dell’altro. 🙂

Ora hanno introdotto l’estensione per Firefox e altri browser, io però continuo a preferire il bookmarklet perché posso memorizzarlo nel menu assieme a quello di Notforest. Cercando un po’ nelle FAQ alla fine ho scoperto che l’hanno mantenuta aggiornata per chi vuole. Si trova disponibile qui.

Sul sito di Readability scrivono chiaramente che questo bookmarklet non funziona con Android e la funzionalità di lettura sul telefono è disponibile per chi paga la versione premium. Ciò è vero, ma è semplicemente perché hanno codificato il bookmarklet con un sacco di caratteri di escape! È sufficiente usare un purificatore di javascript togliendo i ritorni a capo e le tabulazioni per ottenere un bookmarklet utilizzabile con Android. Vi ricordo che avete bisogno almeno della versione 2.2, perché prima i segnalibri con codice javascript non erano supportati.

Per installarlo andate a questo indirizzo con il vostro telefono e tenete premuto sull’area di testo modificabile. A questo punto scegliete l’opzione “copia tutto” e create un nuovo segnalibro nel browser di Android. Nell’indirizzo incollate il codice che avete copiato prima. Ora non vi resta che visitare una pagina con un articolo e pubblicità varie intorno e provare a “visitare” il segnalibro di Readability. Attendete qualche istante e vedrete un risultato simile a questo:

Le eventuali immagini vengono automaticamente adattate: mai più scorrimento orizzontale!

Con i bookmarklet precedenti c’erano più possibilità di personalizzazione “permanente” nel senso che si poteva salvare uno specifico stile grafico da usare sempre, però in compenso non veniva generato un URL per la pagina ripulita, cosa che si rivela molto comoda per inviarlo ad altre persone. Il trucco di PasteBin è stato ripreso da ciò che ha suggerito Chivil sul proprio blog.

Condividere link corretti e puliti allo stesso luogo su diversi siti di mappe

Quest’idea mi è venuta semplicemente considerando una necessità pratica che a volte si riscontra dovendo organizzare degli incontri/appuntamenti con altre persone, ad esempio per l’assemblea del gruppo Linux. 😉 In giro ci sono diversi siti web che permettono di cercare luoghi sulle mappe e condividerne i link.

Siti diversi usano dati diversi, quindi una strada su Google Maps potrebbe non essere corretta mentre su Yahoo! Maps sì, o cose di questo genere. Succede ad esempio con la via dove abito io! Inoltre gli URL generati spesso e volentieri sono molto lunghi, in quanto contengono un sacco di metadati inutili come ad esempio l’indirizzo testuale inserito, la lingua dell’utente, eccetera.

Aggiungiamoci anche che in certi casi si vuole poter condividere uno specifico sito di mappe (per esempio OpenStreetMap) e magari spostare il marker rispetto al posto dove viene messo automaticamente dal sito di mappe utilizzato, o ancora sapere le coordinate geografiche a cui corrisponde un certo posto. Per questi motivi ho creato un piccolo generatore di mappe utilizzabile direttamente via web.

L’interfaccia è senza troppi fronzoli ma funziona

Nota (aggiunta il 26/02/2013): Il progetto non è più sviluppato, potete visionare e scaricare il codice della pagina qui.

L’utilizzo è semplice: si inserisce un indirizzo nella casella in basso per iniziare a cercare il luogo da linkare, poi si può trascinare manualmente il marker sulla mappa per metterlo esattamente nel punto giusto, si può cambiare visuale (satellitare o mappa) e usare lo zoom per aiutarsi. I link a destra si sistemano automaticamente ogni volta che si sposta l’indicatore oppure si preme il pulsante per cercare l’indirizzo.

Tutte le mappe indicano lo stesso luogo e circa con lo stesso livello di zoom medio con riferimento al 16 su Google Maps (per quanto possibile). Le coordinate del punto sono mostrate sotto alla mappa. Vi mostro come esempio il centro giovanile di Bassano del Grappa come cercato su Google Maps e come generato dal mio script:

  1. http://maps.google.com/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=via+ognissanti+4,+bassano+del+grappa&aq=&sll=37.0625,-95.677068&sspn=36.589577,97.294922&ie=UTF8&hq=&hnear=Via+Ognissanti,+4,+36061+Bassano+del+Grappa+Vicenza,+Veneto,+Italia&z=16
  2. http://maps.google.com/maps?q=45.7627911,11.7346639&z=16

Sono soddisfatto del risultato! 🙂 Spero possa esservi utile e se avete qualsiasi tipo di suggerimento per migliorare le funzionalità dello script non esitate a scrivermele.

Cos’è Linux – video della serata

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Prima serata del ciclo di incontri culturali sull’informatica e il software libero organizzati dal Gruppo Utenti Gnu/Linux di Vicenzasezione di Bassano del Grappa.

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Wikiraduno a Vicenza

Vi vorrei segnalare che sabato 26 febbraio a Vicenza c’è il Wikiraduno, un momento di ritrovo per gli utenti e i simpatizzanti di Wikipedia. Questo è il programma dell’evento:

  • ore 9.00 – 11.00: incontro pubblico su “Wikipedia nella didattica”, aperto a tutti e in particolare rivolto agli insegnanti.
    • 9.00: introduce Luca Menini (socio Wikimedia Italia e LugVi)
    • 9:15: Wiki e Wikipedia a scuola, Elisa Spadavecchia (Ufficio Interventi Educativi, UST XIII Vicenza)
    • 9:45: Dentro Wikipedia: conoscere e saper usare l’enciclopedia libera, Marco Chemello (socio Wikimedia Italia)
    • 10:30: dibattito
  • ore 11.00 – 13.00: visita guidata a tema nel centro storico di Vicenza (a piedi). Safari fotografico per Wikimedia Commons: porta la tua fotocamera!
  • ore 13.30: ritorno al centro culturale S. Paolo e pranzo in loco (v. seguito).
  • ore 15.00-18.30 circa: pomeriggio con discussioni wikipediane in stile “barcamp”; presentazione di uno studio sulla comunità degli utenti
  • La serata prosegue, per chi vuole fermarsi, in pizzeria.

Per tutti gli altri dettagli vi rimando a Wikipedia:Raduni/Vicenza febbraio 2011. 😉

OpenShot introduce le mappe animate in 3D

Jonathan Thomas ha annunciato sul blog di OpenShot un’altra tra le tante funzioni che verranno introdotte con la versione 1.3.0 del fantastico software di montaggio video.

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La descrizione è semplice, ma sotto c’è un grande lavoro di grafica 3D e calcoli matematici. Dall’annuncio ufficiale:

How does it work? Simply put, it let’s the user enter a few basic parameters, such as the latitude and longitude of anywhere on earth to anywhere else on earth, and renders a beautiful animated line between the 2 points. This effect is often used on television and movies, and is very effective at showing the distance traveled between 2 far away places.

Potete vedere anche uno screenshot con i parametri nell’articolo originale. Speriamo che venga rilasciato presto! 🙂

Incontri base di informatica libera 2011 – Bassano del Grappa (VI)

Il nuovo anno inizia all’insegna della cultura informatica! Il Gruppo Utenti GNU/Linux di Vicenza organizza, tramite la sezione di Bassano del Grappa, degli incontri di divulgazione a tema informatico. In un ciclo di 8 serate verranno coperti diversi aspetti di base e intermedi dell’informatica, con particolare riguardo al software libero.

Gli incontri sono dedicati principalmente ad un pubblico di non esperti che vogliano approfondire le proprie conoscenze. Si svolgeranno a cadenza quindicinale e avranno luogo al Centro Giovanile di Bassano del Grappa, in via Ognissanti 4, nella saletta C.

L’ingresso è libero e gratuito.

In attesa che le date degli incontri vengano pubblicati sul sito ufficiale dell’associazione (questione di pochi giorni) vi fornisco in super-anteprima il programma completo delle serate! 😀

Aggiornamento: cliccate sui titoli delle serate già trascorse per vedere i video!


Cos’è Linux? – 9 febbraio, 20.45 ~ 22:45

Difficoltà: 1/3 – Mauro Dalla Costa

Una panoramica generale sul sistema operativo del pinguino e sul concetto chiave di software libero. La serata è propedeutica a tutte le altre per coloro che si avvicinano per la prima volta a questo mondo.

I vantaggi del software libero – 23 febbraio, 20.45 ~ 22:45

Difficoltà: 1/3 – Damiano Conte

Verranno affrontati diversi aspetti dell’uso di software libero, da quelli economici a quelli etici, con particolare attenzione all’utente medio e alle sue esigenze.

Scrivere documenti con OpenOffice.org – 9 marzo, 20.45 ~ 22:45

Difficoltà: 1/3 – Paolo Pozzan

OpenOffice.org è una suite da ufficio libera e gratuita che contiene tutti gli applicativi necessari a scrivere documenti, creare presentazioni, usare i fogli di calcolo e scrivere formule matematiche.

Gestire facilmente le email con Thunderbird – 23 marzo, 20.45 ~ 22:45

Difficoltà: 1/3 – Francesco Tapparo

Thunderbird è un software libero all’avanguardia nella gestione della posta elettronica: offre filtri antispam di alto livello e consente una versatilità ineguagliabile tramite le estensioni.

Introduzione al terminale – 6 aprile, 20.45 ~ 22:45

Difficoltà: 1/3 – Damiano Conte

A volte si crede che per poter usare GNU/Linux sia necessario saper scrivere comandi complicati. Si vedrà che in realtà non è così, ma a volte può essere utile sapere qualche comando basilare per risparmiare del tempo nei compiti più comuni.

Recupero dati fai da te – 20 aprile, 20.45 ~ 22:45

Difficoltà: 2/3 – Andrea Lazzarotto

La prima serata di livello medio, nella quale saranno esposti gli argomenti chiave del recupero dei dati cancellati da hard disk o schede di memoria. Si raccomanda una conoscenza base del terminale, o la partecipazione all’appuntamento del 6 aprile.

Ridai vita al tuo vecchio PC – 4 maggio, 20.45 ~ 22:45

Difficoltà: 2/3 – Mauro Dalla Costa

Le leggi di mercato impongono che la vita di un PC non possa superare i tre anni. In realtà le macchine possono vivere fisicamente per un tempo almeno doppio ed essere ancora utili per diversi scopi domestici e non solo. È richiesta una conoscenza sommaria dell’hardware che compone un PC.

[SOSPESO] Sicurezza con SELinux – 18 maggio, 20.45 ~ 22:45

Difficoltà: 3/3 – Francesco Tapparo

GNU/Linux è un sistema intrinsecamente molto sicuro. SELinux è uno degli strumenti più versatili e avanzati che esistano per potenziare ogni singolo livello di protezione nel sistema.


Io mi auguro di cuore che la partecipazione sia numerosa da tutta la provincia di Vicenza (e perché no, anche da fuori): gli argomenti trattati sono davvero interessanti e alla portata di tutti. 🙂

Se avete amici o conoscenti di queste zone vi prego di spargere la voce, e se avete piacere venite a vedermi alla serata sul recupero dati. 😛

Aggiornamento: i riferimenti sono ora anche sul sito del LUG! In fondo alla pagina trovate anche il volantino da scaricare. 😉

Spegnere il bluetooth all’avvio

Ubuntu ha una comodissima applet per accendere e spegnere il bluetooth. È così dalle ultime versioni per la verità, prima era un po’ una scocciatura. 😛 Indubbiamente l’interfaccia migliora ad ogni rilascio, anche per merito del progetto One Hunder Paper Cuts.

Sorge un problema nel momento in cui vogliamo però decidere se all’avvio del nostro sistema Linux (vale per tutte le distribuzioni) il bluetooth debba essere acceso oppure spento. Ci avete mai pensato?

La spia disgraziata

Se il vostro portatile non ha l’interruttore hardware per disattivarlo, il dente blu continua a rimanere attivo. Io non uso quasi mai il bluetooth, e se volessi farlo, so di avere l’applet di Ubuntu. Perché quindi dovrebbe rimanere acceso di default? 😉 Oltretutto con tutto quello che consumano solo i led di indicazione, figuriamoci l’antenna sempre attiva.

Tempo fa avevo cercato una soluzione, e avevo trovato dei comandi da terminale che non ero riuscito a riutilizzare. Pare infatti si trattasse di istruzioni che dipendono in qualche modo dal modello di adattatore Bluetooth che si possiede. Eppure l’applet di Ubuntu è universale, quindi ci doveva essere qualcos’altro. Alla fine l’ho trovato.

Per fare in modo che il nostro sistema spenga automaticamente il bluetooth all’avvio (resta acceso circa fino a quando si deve fare il login, poi si spegne) è sufficiente modificare il file di sistema rc.local, che è una sorta di “esecuzione automatica” per tutti gli utenti, ancor prima che qualcuno inserisca i dati di accesso. Tutto quanto viene eseguito da questo script è avviato con i permessi di amministrazione. Dunque si apre il file:

gksu gedit /etc/rc.local

Ora bisogna individuare l’ultima riga, che è sempre exit 0 e subito prima di essa inserire questa riga:

/sbin/rfkill block bluetooth

Ora non resta altro da fare che salvare il file. Provate a riavviare e vedrete che a parte un piccolo periodo iniziale, quando il sistema è partito il bluetooth si spegne automaticamente. La cosa migliore è che questo blocco non interferisce con l’applet che continua a funzionare, per cui se volete riattivarlo basta un click! 😉