Ubuntu 8.10 sul Dell XPS M1530

Come vi avevo già accennato, ho acquistato il mio favoloso Dell XPS M1530, e mi è arrivato il 9 ottobre. Come è naturale per qualsiasi persona seria, ho provveduto subito ad installarci Linux (ci mancherebbe) e mi sono sorpreso (anche se ne avevo sentito parlare online) del fatto che sia bastato poco per avere un sistema funzionante in ogni parte a puntino.

La poesia occupa meno di 16"
La poesia occupa meno di 16″

Prima di passare alle istruzioni, questa è la configurazione hardware:

  • Laptop Dell XPS M1530 colore Tuxedo Black
  • Processore Intel® Core™ 2 Duo T8300 (2,40 GHz, FSB 800 MHz, cache L2 3 MB)
  • Webcam da 2 megapixel
  • Schermo TFT UltraSharp™ widescreen WSXGA+ (1680 x 1050) da 15,4″ con TrueLife™
  • SDRAM DDR2 a doppio canale da 3072 MB a 667 MHz
  • Disco rigido SATA da 250 GB e 5400 rpm
  • nVidia® GeForce™ Go 8600M GT con 256 MB di memoria grafica dedicata
  • Unità di caricamento a slot sottile fissa DVD+/-RW 8x
  • Batteria principale 6 celle agli ioni di litio (56 Wh)
  • Modulo Dell™ Wireless 355 Bluetooth 2.0 (fino a 3 Mb/s)
  • Scheda mini Intel® Pro Wireless 3945 802.11a/b/g, Europa

Ho poi preso il mouse ottico Dell base e una borsa, precisamente la Kensington Contour Active Notebook Messenger.

Ho trascritto le azioni che ho compiuto in ordine cronologico, ma poi ho deciso di suddividerle in settori più orientati al tipo di operazione. Per questo motivo, riporto qui le azioni fatte nell’ordine in cui sono più coerenti.

Installazione

Naturalmente prima di acquistare il computer, mi sono informato un po’ in giro. Ho trovato la guida di Marco Boneff, che è stato il mio spunto per tutta la parte iniziale. Rispetto a tale guida però, a mio parere sono da fare alcune piccole variazioni. In ogni caso ecco cosa fare.

BIOS

Prima di tutto accendete il portatile e leggete che versione di bios avete. Se è inferiore alla attuale che è la A09, è il caso di aggiornarlo. Ormai che il computer è acceso, arrivate alla licenza di Windows. Leggetela e non accettatela. Tenete solo a mente questa frase, che vi sarà utile per la richiesta di rimborso:

Utilizzando il software, il licenziatario accetta le presenti condizioni. Qualora il licenziatario non le accetti, non potrà utilizzare il software e dovrà contattare il produttore o l’installatore per conoscere le modalità di restituzione allo scopo di ottenere il rimborso del prezzo.

Di questa spinosa ed inopportuna faccenda parlerò meglio in un prossimo post, che non pensiate sia tutto rose e fiori.

Se poi per qualche ignoto ed alieno motivo riteniate di voler tenere Windows, allora potete pure accettare la licenza e scordarvi il rimborso. Ve lo sconsiglio caldamente, anche perché la guida si rivolge ad una installazione con un singolo sistema operativo.

Spegnete il computer tenendo premuto a lungo il tasto di accensione (i grandi ingegneri di Microsoft non hanno previsto uno spegnimento meno brutale per chi rifiuta la licenza). Potete aggiornare il BIOS senza dover utilizzare Windows, e a questo proposito vi rimando alla mia guida valida per molti modelli di computer Dell e toglietevi lo sfizio subito.

Perché vi faccio fare ciò? Semplice, perché così non dovrete passare il vostro tempo a vedere schizzare da tutte le parti il cursore dopo che avrete chiuso e riaperto lo schermo, per colpa del touchpad mal supportato dal bios A07. Vi assicuro che non è bello vedere il mouse che da solo ti clicca a caso e ti chiude Pidgin quando stai chattando…

Ora si passa all’installazione di Ubuntu vera e propria. Procuratevi qui il disco e masterizzatelo. Io ho optato per la versione a 32 bit per una serie di motivi, voi se non siete sicuri prendete quella, altrimenti fate come preferite. Avviate il disco in modalità live, probabilmente vi toccherà premere F12 alla schermata del bios, per avere il menù da cui scegliere che cosa avviare.

Formattazione molto profonda

Tra le più diaboliche e dannate invenzioni dell’uomo figurano senz’altro gli strumenti di tortura medievali, la Microsoft, la Apple e Dell Media Direct. 😀 Quest’ultimo “arnese” in particolare risulta piuttosto problematico per chi voglia installare qualsiasi cosa che non sia Windows Vista sul proprio portatile Dell.

Infatti, il BIOS ha una funzione che fa il boot di questo Media Center anche da computer spento, tramite il suo tastino. Fin qui, ci potrebbe anche stare. Il problema è che quando il tasto viene premuto, la tabella delle partizioni viene riscritta, in pratica mandando in malora tutto ciò che c’è sull’hard disk (o perlomeno di sicuro ciò che è dentro Linux).

Be’, che problema c’è? Si cancella la partizione di Media Direct ed è finita lì… E invece no! Perché tale partizione è in una HPA (Host protected area) che impedisce ai normali strumenti di partizionamento di accederci.

Fortunatamente esiste un fantastico strumento nel mondo unix: dd. Questa magnifica utility ci permette di fare qualsiasi cosa con i bit dell’hard disk… Compreso azzerarli. Infatti è questo che andremo a fare: cancellare tutto, ma proprio tutto ciò che c’è sull’hard disk. Bit per bit.

Attenzione! Come sopra riportato, l’operazione seguente cancellerà in modo permanente ed in nessuna maniera reversibile qualsiasi cosa che possa essere presente sull’hard disk del computer. Fatelo solo se siete assolutamente sicuri. Non mi assumo responsabilità.

Aprite il terminale di Ubuntu, e date il seguente comando:

sudo dd if=/dev/zero of=/dev/sda

Questa operazione come già detto azzera ogni singolo bit dell’hard disk. Sarà una procedura estremamente lunga: a me ha impiegato circa 6 ore. Assicuratevi di avere qualcosa da fare durante questo periodo, e naturalmente di avere attaccato il computer alla corrente elettrica.

Dopo tutta questa terribile attesa, è il momento di installare il sistema (finalmente!). 🙂

Installazione di Ubuntu

Fate doppio click sull’apposita icona sulla scrivania e seguite le semplici istruzioni. Accettate il fatto di sovrascrivere la tabella delle partizioni e se scegliete il partizionamento automatico indicate di “usare l’intero disco”, altrimenti fate le partizioni a mano (solo se siete capaci di farlo, sconsigliato ai principianti).

Se potete, siate connessi ad internet mentre lo fate, in modo da installare automaticamente i pacchetti della lingua italiana. Una volta finito, riavviate, premete il cd quando richiesto e premete invio. Finito il riavvio entrate nel sistema appena installato.

Complimenti, l’installazione scarna scarna c’è, ora si tratta di metterla a punto. 🙂

Messa a punto essenziale

Installazione di codec, gestione dei formati, eccetera…

Ora si tratta di fare le prime configurazioni software che, almeno per me, sono assolutamente necessarie per avere un sistema usabile che dia il massimo. Per prima cosa, se non l’avete fatto durante l’installazione, andate su Sistema > Amministrazione > Supporto lingue e mettete il supporto alla lingua italiana.

A questo punto, dato che il gestore di driver con restrizioni dovrebbe avere notificato che è disponibile il driver Nvidia per l’accelerazione 3D, installate la versione 173, anche se vi viene proposta la 177. Quest’ultima infatti crea molti fastidi dati dal fatto che in vari programmi (specie non GTK) ogni volta che cambia qualcosa c’è un ritardo nell’aggiornamento, ed è veramente scomodo). Al riavvio potrete abilitare gli effetti grafici avanzati se li gradite.

Ora si passa ai codec ed ai formati “snervanti”. Per i codec audio e video ci vengono in soccorso parziale i repository di Ubuntu, e in soccorso abbastanza completo quelli di Medibuntu.

Per gli altri formati, la cosa più semplice da fare è installare il pacchetto ubuntu-restricted-extras (che vi ricordo però portare con sè pacchetti non liberi come flash player, il supporto java, i core fonts di Microsoft, e unrar). Ho messo anche Wine in caso dovessi avere necessità di una certa compatibilità con Windows, ma è una cosa tutt’altro che fondamentale.

Installazione di software utile

Io ho installato ed abilitato Prelink, e vi consiglio di fare altrettanto. In questo modo l’avvio dei programmi usati spesso risulta più veloce. Ho poi installato subito il pacchetto build-essentials in quanto appena è il caso di compilare qualcosa viene comunque richiesto.

Infine ho installato ntpdate e l’ho utilizzato per allineare perfettamente l’ora con i più precisi orologi al mondo:

sudo ntpdate ntp.ubuntu.com

Può essere utile ripetere ogni tanto il comando, per i più precisini. 😀

Rimozione di software inutile

Questo paragrafo tratta di gusti personali, tuttavia lo riporto per chi la pensasse come me. Ho rimosso senza pensarci troppo Tomboy ed Evolution, perché non li ho mai usati. Ho poi tolto Tracker dopo avergli concesso una chance ed aver notato che tanto per cambiare non funziona poi così bene.

Ricordate, dopo aver fatto queste operazioni, di rimuovere eventuali pacchetti extra rimasti inutilizzati:

sudo apt-get autoremove

Bluetooth

Due righe che pensavo di evitare dato che dovrebbe funzionare subito, ma ho trovato che è necessario installare il pacchetto gnome-bluetooth e poi abilitare l’avvio di gnome-obex-server come da guida (vedere solo le tre righe sotto al primo comando da terminale indicato).

Audio e microfono

Le impostazioni dell’audio non sono ottimali. È il caso di cliccare col destro sull’applet del volume e selezionare “Apri regolazione volume”. Impostare il canale principale al massimo, così come il PCM. Ora bisogna scegliere come dispositivo “Playback: HDA Intel – STAC92xx Analog (PulseAudio Mixer)”. Il master va messo al 50% per ora. A questo punto un altro clic destro sull’applet e si vanno ad aprire le preferenze. Selezionate come canale di default il Master del dispositivo precedentemente detto. Andate su Sistema > Preferenze > Audio e su “Tracce predefinite del mixer” selezionate sempre tale Master.

Per il microfono, fate doppio clic sull’applet del volume. Selezionate “Preferenze” e quindi spuntate “Digital” e “Digital input source”. Chiudete il piccolo pop up e andate nella scheda opzioni. Alla voce “Digital input source” impostate “Digital Mic 1”.

Webcam

Che ci crediate o no, la webcam funziona, ma con pochi software visto che richiede il supporto al moderno v4l2 (Ekiga ce l’ha, e questo torna utile). Giusto per dirvelo, visto che io ero piuttosto scettico fino a quando non sono riuscito a vedere qualcosa. Lasciate quindi stare Cheese e Camorama, non funzionano al momento.

Touchpad

L’aggiornamento del bios, come vi avevo anticipato, è servito a poter avere un supporto buono per il touchpad. È il momento di abilitarlo.

Date questo comando per aprire il file di configurazione di avvio di Ubuntu con i privilegi di amministratore:

sudo gedit /boot/grub/menu.lst

Dovete cercare nel file una stringa in questa forma (con un numero al post degli asterischi):

# kopt=root=UUID***************** ro

Lasciate la prima parte intatta, e aggiungete in fondo il parametro fino a che diventi così:

# kopt=root=UUID***************** ro i8042.nomux=1

Mi raccomando di non mettere gli asterischi, ma di lasciare il numero che avete. Salvate ed uscite. Ora per finire basta aggiornare la configurazione con:

sudo update-grub

Dal prossimo riavvio i problemi saranno spariti.

Un piccolo fastidio che si può togliere subito invece è legato allo scorrimento orizzontale del Touchpad. Qui la situazione è un po’ comica… Ho cercato in Internet per molto tempo, prima di scoprire che basta andare in Sistema > Preferenze > Mouse alla scheda “Touchpad”. 😛

C’è poi il fatto che il touchpad rimane attivo quando si digita, cosa che può creare problemi se si tocca inavvertitamente. Scaricate questo pacchetto Debian e installatelo. Tutto qui.

Lettore di impronte digitali

Per abilitare questo interessante hardware e poi usarlo per il login (anche se a volte fa un po’ fatica ad accettare un’impronta) fate come segue. Per prima cosa è meglio abilitare un repository esterno, che corregge un bug un po’ fastidioso (il dover premere Invio dopo che avete passato il dito, con ciò succede anche che non capite se la passata è andata a buon fine e vi fa perdere tempo).

Aprite il file delle fonti con l’editor di testo:

sudo gedit /etc/apt/sources.list

E aggiungete in fondo queste righe:

# ThinkFinger con bug corretto
deb http://ppa.launchpad.net/jon-oberheide/ubuntu intrepid main
deb-src http://ppa.launchpad.net/jon-oberheide/ubuntu intrepid main

Ora date questi comandi per installare i pacchetti necessari:

sudo aptitude update
sudo apt-get install libpam-thinkfinger libthinkfinger-dev libthinkfinger-doc libthinkfinger0 thinkfinger-tools

Dopodiché acquisite la vostra impronta con il comando seguente:

sudo tf-tool --acquire

Passate il dito per tre volte e dopo tre tentativi andati a buon fine il programma vi darà conferma.

Rimane solo da abilitare l’autenticazione tramite impronte digitali. Modificate il file interessato tramite questo comando:

sudo gedit /etc/pam.d/common-auth

E cercate la riga:

auth [success=1 default=ignore] pam_unix.so nullok_secure

Una volta trovata sostituitela con le due righe:

auth sufficient pam_thinkfinger.so
 auth [success=1 default=ignore] pam_unix.so nullok_secure try_first_pass

Salvate e chiudete. Per farlo funzionare anche col blocco dello schermo, leggete questo post.

Tasto multimediale eject

Quando inserite un cd esso viene montato e bloccato, per cui il tasto eject sulla parte alta della tastiera non funziona. Per sistemarlo, bisogna modificare un file di configurazione:

sudo gedit /etc/sysctl.conf

E aggiungere in fondo:

# Unlock the CDROM eject button
 dev.cdrom.lock=0

Richiede un riavvio per avere effetto.

Tweaking della scheda video

La guida del wiki di Ubuntu consigliava anche delle impostazioni per ottenere il massimo da Compiz. Si tratta di modificare il file /etc/X11/xorg.conf e sostituire la sezione Device della scheda video con questa:

Section "Device"
Identifier "Configured Video Device"
Driver "nvidia"
Option "NoLogo" "True"
Option "AddARGBVisuals" "True"
Option "AddARGBGLXVisuals" "True"
Option "TripleBuffer" "True" # Experimental
Option "BackingStore" "True" # Experimental
BusID "PCI:1:0:0"
EndSection

State attenti alle virgolette che siano giuste. Se non siete sicuri di queste modifiche sperimentali potete tranquillamente non farle, alla fine non si nota molto la differenza. Ho evitato di proposito di mettere istruzioni a prova di novellino per questa parte.

Impostazioni salvaschermo e blocco

Forse potrà sembrare una impostazione assolutamente di scarso rilievo, eppure per me è bene configurare correttamente lo screensaver ed il blocco dello schermo. Fino a un paio di settimane prima che uscisse Ubuntu Intrepid, Compiz aveva un bug fastidioso. Quando stava per partire il salvaschermo, esso si chiudeva. Per questo motivo, bisognava impostare il blocco dello schermo affinché impedisse a Compiz di riattivare il desktop come se qualcuno avesse cliccato.

Ora non è più necessario, comunque consiglio di impostare subito le impostazioni dello screensaver che si preferiscono. Per quanto riguarda il risparmio energetico, ho una chicca per voi.

In modo relativamente facile, si può impostare lo schermo affinché si blocchi con password quando lo chiudete. 🙂 È prima necessario impostare in Sistema > Preferenze > Gestione alimentazione il comportamento del computer quando lo schermo viene chiuso. Impostarlo a “Spegni lo schermo” sia in caso di alimentazione elettrica che in quello di alimentazione a batteria (o come si preferisce).

Ora bisogna impostare Gnome per bloccare lo schermo quando viene spento. Niente di più semplice, si fa in un minuto.

Cartella home

Sinceramente qui pensavo di non dover far nulla… quando poi mi sono accorto che da qualsiasi account del computer potevo leggere (anche se non scrivere, ovviamente) i file della mia home. Questo a mio parere non è affatto un bene. Si risolve togliendo il permesso di leggere alla propria home:

chmod o-r ~

Poi volendo c’è da togliere il collegamento alla cartella degli esempi, ma è una piccolezza.

Tutto il resto

Qualsiasi hardware del vostro laptop (compresi il lettore di schede, il telecomandino, eccetera) che non ho indicato funziona perfettamente di default. Se non sapete come abilitare l’uscita video attraverso la porta Vga (come è capitato a me quando ho dovuto fare il talk su Gimp al Linux Day)… La risposta è Fn+F8. 😛

Messa a punto non essenziale

Fin qui tutto quello che era opportuno fare per avere il sistema installato, configurato, e funzionante è concluso. Passo quindi a descrivervi tutte le piccolezze meno essenziali ma che aumentano a mio parere il comfort nell’utilizzo.

Grafica

Come sapete a me il comparto grafico è ben caro. Mi piace molto pasticciare, e non solo con Gimp. 😀

Per soddisfare le mie esigenze, ho installato il plugin Resynthesizer, di cui avevo già parlato. Poi ho aggiunto Inkscape e Xara Xtreme dai repository. Per finire in bellezza, ho completato la rosa con Scribus e Qcad. Un pot-pourri di tutto rispetto.

Ho spostato l’icona di OpenOffice.org Draw dal menù “Grafica” a “Ufficio”, perché trovo ci stia meglio.

Multimedia

Marco Boneff mi ha consigliato di installare Elisa Media Center e di impostarlo come player predefinito nelle impostazioni di Gnome. Per ora tengo Rhythmbox come riproduttore, ma Elisa l’ho comunque al suo fianco, e lo uso soprattutto se devo mostrare qualche file a qualcun’altro.

Ho cercato in internet come fare per impostare le cartelle dei file multimediali, e ho trovato qui un ottimo suggerimento. Ho modificato il file elisa_0_5_6.conf che si trova nella directory nascosta .elisa-0.5 nella mia home. La sezione interessata è diventata così:

[directories]
video = [u'/home/andrea/Video']
pictures = [u'/home/andrea/Immagini']
music = [u'/home/andrea/Musica']

Adattate le impostazioni a ciò che preferite.

Dato che i plugin denominati “ugly” di Elisa nei repository di Ubuntu vanno in conflitto con Elisa stesso, ho scaricato l’archivio appropriato in fondo a questa pagina e una volta decompresso ho avviato lo script in Python in questo modo (presumendo di trovarsi nella directory corretta):

python setup.py build
sudo python setup.py install

Passando poi ai plugin per i programmi base di Ubuntu, ho abilitato quello dei testi e quello di Last.fm per Rhythmbox, e quello di Youtube per Totem.

Ho infine installato WinFF. Purtroppo però al momento Medibuntu non fornisce una versione buona di ffmpeg per Intrepid, e quindi ci si trova ad avere quello standard, che ha alcuni codec in meno, tra cui quelli utili per i 3GP. Per questo ho installato Mobile Media Converter che porta con sé una versione personalizzata dell’encoder.

Internet

Anche la connettività è una parte molto importante. Per prima cosa, avendo prima tolto Evolution, ho ripristinato la funzionalità email tramite LzWebmailWrapper. Poi ho esteso Firefox con Gmail Notifier e Google Reader Notifier nonché AdBlockPlus.

Per comunicare mi sono messo Guifications per Pidgin, Gwibber per usare Twitter (come consigliato da Bl@ster) ed ho configurato Ekiga per utilizzare il mio account Wengo. Inoltre ha ovviamente trovato spazio Moiosms… perché non pagare i messaggi è meglio. 😀

Per il controllo del computer mi sono affidato naturalmente ad SSH e per sicurezza ho messo denyhosts.

Messa a punto estetica

Prometto di spendere poche righe. Ho messo il tema Darkroom e gli ho cambiato lo schema dei colori da uno arancione ad uno azzurro. Per le icone sono passato a Tangerine, ed il puntatore è il DMZ nero. Per il wallpaper ne ho preso uno di quelli di Ubuntu in beta e l’ho colorizzato per renderlo azzurro come lo schema di colori che avevo creato.

Ho messo la sfumatura subpixel ai caratteri ed ho cambiato lo schema di colori del terminale, mettendolo bianco su nero semitrasparente. Per la barra del titolo delle finestre ho messo il font Rufscript. Poi ho installato il pacchetto qt3-qtconfig ed ho adattato il look delle applicazioni che usano Qt3 al mio tema Gnome. Quelle con Qt4 si adattano da sole, anche se ho preferito mettere rispettivamente i temi Klearlook e Cleanlooks nelle due versioni di librerie Qt.

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Conclusione

Si può dire che Ubuntu giri benissimo su questo portatile, ed i piccoli ritocchi post installazione sono da fare in pochi minuti e poi non ci si pensa più.

Sicuramente un ottimo risultato che fa un immenso piacere. 🙂

Ultima chicca, le foto dell’unboxing.

Fonti ed approfondimenti

Aggiornamento 16/11/2008: Ho sistemato la sezione riguardante il lettore di impronte digitali per la correzione di un bug e anche di un problema di lettura dell’impronta.

Aggiornamento 30/12/2008: Ho tolto un piccolo errore che mi era sfuggito nella parte del multimedia (nulla di grave comunque) e devo aggiungere che da qualche tempo Cheese supporta v4l2, perciò si può usare con la webcam (testato con kernel 2.6.27-11-generic).

Aggiornamento 13/01/2009: Ho aggiunto una nota che spiega perché scegliere il driver 173 è meglio che optare per il 177. Finalmente mi sono tolto dalle scatole un problema molto fastidioso!

Aggiornamento 21/08/2009: Ho aggiunto le spiegazioni per far funzionare il lettore di impronte col blocco dello schermo (c’è un link ad un post apposito).

59 pensieri riguardo “Ubuntu 8.10 sul Dell XPS M1530

  1. Quando guardo un film mi piace sia vederlo che sentirlo bene, e se l’audio è abbastanza curato (cioè i canali sono tutti separati, e non accoppiati come in molti film), si nota la differenza tra una quadrifonia e un 5.1.

  2. ciao, ti volevo chiedere se questo notebook gira solo con ubuntu 8.10. Potrebbe esserci la possibilità che dopo aver fatto queste modifiche e si aggiorna a Ubuntu LTS con la nuova versione mantiene le modiche? Solo per sapere… grazie ciao

    1. Più vai avanti con le versioni di Ubuntu e meno piccolezze devi sistemare. 🙂 Ovviamente se ci gira la 8.10 a maggior ragione la 10.04 o la 10.10 girano.

    1. Diciamo che dopo 3 anni e mezzo il portatile si è scaldato tanto da rovinare il connettore della scheda madre, rendendo inutilizzabile tutto ciò che di “video” ci potesse essere. 🙁 Ho dovuto cambiare portatile.

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